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La stima del Gruppo Vialli corrispondente al valore reale della società blucerchiata attuale
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La cessione della Sampdoria al Gruppo Vialli, sostenuto dai magnati americani Jamie Dinan e Alex Knaster, è saltata perché la differenza tra domanda e offerta si aggirava, alla fine, intorno ai 50 milioni di euro. In questi mesi abbiamo assistito ad un groviglio di cifre, valutazioni, due diligence e tutto quanto fa parte di una trattativa importante e imponente, vista la "materia" in ballo.


Trattativa portata avanti con riservatezza e silenzio da parte dei potenziali acquirenti e con strombazzamenti a destra e a manca da parte del potenziale venditore (il quale, tra le altre cose, di questa operazione ha spesso negato l'esistenza, salvo poi ammettere ieri nel comunicato di Holding Max che erano stati firmati degl accordi e che i medesimi, dopo la ritirata di LLC Invest, dovrebbero pure tornare d'attualità oggi...).


Ma chi ha ragione tra LLC del Gruppo Vialli e Holding Max di Massimo Ferrero? L'attuale presidente ha sempre stimato, anche pubblicamente, il valore della Sampdoria in 100 milioni, che con i debiti (il cui trend è peraltro in lieve crescita) significa 130/135 milioni.


La stima dei potenziali acquirenti, effettuata dopo un'attenta analisi dei conti (hanno lavorato su questo, ovviamente dietro lauto compenso, i professionisti di Ernst&Young e i legali dello studio Csm) sui bilanci e sulle attività della Sampdoria, sì è concentrata sulla cifra di 50 milioni più i debiti, formulando una valutazione complessiva di circa 83 milioni. Un parte di questi soldi, circa 20 milioni, sarebbero maturati per Ferrero al verificarsi di alcune (facili) condizioni.


Per accorciare la procedura, tuttavia, San Quirico Holding della famiglia Garrone ha accettato di anticipare i bonus, garantendo dunque da subito l'introito complessivo a Ferrero. Che, in base a questi patti pre contrattuali, avrebbe potuto incassare mesi fa 83 milioni e cedere la Sampdoria ad una leggenda del calcio blucerchiata con alle spalle i ceo dei Fondi York e Pamplona e le garanzie della San Quirico Holding. I nuovi proprietari avrebbero avuto tutto il tempo di programmare il mercato della nuova stagione.


Insomma, per la Sampdoria si sarebbe configurato un futuro non solo a stelle e strisce ma probabilmente anche luminoso. Dinan e Knaster non sarebbero certo venuti qui a cacciare soldi a vanvera nel calcio italiano e avrebbero strutturato la società per produrre profitti ma, se per raggiungere questo traguardo fossero stati necessari investimenti significativi, li avrebbero di certo realizzati in virtù del loro (robusto) portafoglio e della passione con cui il carismatico Gianluca Vialli li avrebbe contagiati.


Ma la valutazione di Ferrero è risultata davvero eccessiva - forse proporzionata più alle sue soggettive esigenze che non ai dati reali - se si considerano alcuni aspetti fondamentali. I nuovi acquirenti, chiunque essi siano, dovrebbero infatti iniettare nella società blucerchiata nuove risorse in aumento di capitale per rafforzare a gennaio una squadra che al momento è ultima in classifica ed ha appena cacciato l'allenatore. Ferrero, infatti, mentre trattava (pur negandolo) la cessione della Sampdoria non continuava ad amministrarla (come testimoniano l'ultimo mercato e la conseguente classifica) da buon padre di famiglia. E' come se una persona avesse deciso di vendere la propria casa e nel frattempo, a trattativa aperta e quindi soggetta a conclusione o meno, l'avesse lasciata andare a pezzi. Poi, dopo averlo fatto, quando la trattativa si fosse inasprita, avesse preteso lo stesso prezzo di partenza, nonostante i muri scrostati, i tubi (magari quelli delle docce...) rotti e la facciata da rifare.


Non solo. Come ha spiegato bene il collega Carlo Festa de Il Sole 24 Ore, la valutazione è sproporzionata anche dal punto di vista dei cosiddetti multipli. Le società di calcio, tranne che non siano brand internazionali di primissimo livello, si possono valutare infatti in due modi: come multipli sul margine operativo lordo (in genere circa 8-9 volte), parametro che tuttavia è influenzato dalle entrate non ricorrenti, cioè dalle cosidette plusvalenze (del tutto aleatorie).


È allora più efficace una valutazione di un club in base a multipli sul fatturato: in genere circa 1,4 volte il giro d’affari caratteristico. La Sampdoria (se si includono i soli ricavi da diritti tv, commerciali e da stadio e con esclusione delle plusvalenze) ha un fatturato di una sessantina circa di milioni. Nel 2017 era di 60,8 milioni. Con un multiplo di 1,4 volte sul fatturato si arriva a un valore d’impresa attorno agli 85 milioni (compresi i debiti): ed è proprio questa la valutazione di CalcioInvest.