cronaca

Il trentenne genovese è rimasto appeso nel vuoto a testa in giù per 4 ore
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Sergio Gazzo fa il vigile del fuoco da 22 anni e il 14 agosto scorso si è calato tra le macerie per salvare Gianluca Ardini, 30 anni, rimasto appeso per 4 ore nei rottami del furgone nel quale viaggiava.


Un salvataggio straordinario, complicato e molto delicato che ha tenuto tutti con il fiato sospeso e che a un anno di distanza Gazzo racconta così: “Siamo stati chiamati per questo camion che era appeso a circa 20 metri di altezza nel vuoto con delle persone all'interno – racconta - il paesaggio era surreale. C'erano macerie ovunque, siamo arrivati arrampicandoci sui detriti del ponte e una volta sul cavalletto al di sopra del camion abbiamo iniziato a organizzare la manovra: abbiamo iniziato soprattutto a fare pulizia dei denti che potevano cadere perché potevano compromettere la manovra quindi abbiamo cercato di togliere tutti i pezzi più grossi di calcinacci, di lamiere e abbiamo fatto una sorta di pulizia del luogo. Dopodiché ci siamo divisi i compiti c’è chi faceva gli ancoraggi, io mi sono calato per andare a soccorrere direttamente Gianluca. Organizzata la manovra sono riuscito a raggiungere Gianluca dopodiché si è deciso come operare perché dopo aver valutato le lesioni e vista la situazione si è deciso di tirarlo via nel minor tempo possibile”.

Prende fiato Gazzo mentre ricorda quei momenti di un salvataggio che ha dell’incredibile. “Sono riuscito grazie anche all'aiuto di Gianluca che, nonostante il dolore e la situazione mi ha dato una grande mano, a imbragarlo nel triangolo evacuatore, dopodiché abbiamo iniziato la manovra di discesa e arrivati quasi in fondo i colleghi ci hanno tirato via dalla situazione pericolosa perché sotto c’erano delle ringhiere con tutte delle punte di ferro dove non era possibile calarci allora ci hanno deviato il tiro e siamo arrivati a terra finalmente dove Gianluca é stato preso in carico dai sanitari e portato via”.


Le immagini del soccorso sono impressionanti e non solo per il disastro ma per la precarietà e difficoltà di azione che trasmettono. “Gianluca continuava a ripetere che la sua compagna era incinta e che stava diventando papà” e questo sicuramente l’ha aiutato a resistere in attesa dei soccorsi a a vedere nascere suo figlio Pietro un mese dopo il 13 settembre. “Dopo aver portato a terra Gianluca l’altro mio collega, che era rimasto su, ha iniziato l’estricazione e la calata a terra dell’altra persona presente nel furgone e che probabilmente era deceduta sul colpo.

A fianco a Gianluca c’era, infatti, il suo collega Luigi Matti Altadonna, 35 anni, padre di 4 figli che purtroppo non ce l’ha fatta. “A fine giornata guardandosi intorno non si riusciva ancora a credere che fosse venuto giù quel ponte e ancora adesso sembra veramente strano e impossibile”. Dopo in alcuni momenti di più calma ci si è veramente resi conto della distruzione e della tragedia. È stato uno degli interventi più soddisfacenti della mia carriera perché ho potuto rividere Gianluca e salvare la vita a qualcuno è una delle più grandi soddisfazioni per un vigili del fuoco, questo è quello che sicuramente mi porterò dietro”.