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E i tre 'tenori' nel frattempo che fanno?
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Il gran ballo col gioco del ‘cerino in mano’ è iniziato. Lo scaricabarile sulle responsabilità del fallimento dell’esecutivo ha iniziato il suo percorso un minuto dopo la conclusione della conferenza stampa a Palazzo Chigi in cui il premier Giuseppe Conte ha reso noto quello che tutti sapevano: le liti sovrastano gli accordi e i contratti, il governo è in crisi.

Il primo ad accendere il cerino è stato il ministro Danilo Toninelli. La scintilla scocca sfregando le dita sulla tastiera, con un post sul suo profilo facebook in cui il titolare del dicastero alle Infrastrutture (scarsamente riconosciuto dal vicepremier Matteo Salvini) rivendica, ancora una volta, la linea dura e pura dei pentastellati sulle concessioni autostradali. "Se non revocheremo la concessione ad Autostrade per l’Italia, sarà solo colpa di Salvini. Spero che alla commemorazione del 14 agosto i parenti delle vittime glielo ricordino".

E i tre 'tenori' nel frattempo che fanno? Salvini annulla le tappe del 'beach tour' e presenta una mozione di sfiducia a Conte per cercare di accorciare i tempi del voto. Di Maio chiede a gran voce il taglio dei parlamentari così, oltre alla vittoria ideologica, si devono ridisegnare i collegi: elezioni fra un anno e scranno del pentastellato al secondo mandato salvo, altrimenti a Natale gli servirebbe un navigator. Silente, invece, Conte che ha cancellato gli impegni istituzionali e ha rinviato (a chissà quando) la conferenza stampa prevista per salutare i giornalisti prima dello stop estivo.

La Lega avrebbe voluto un rimpasto sostanzioso dell'esecutivo per andare avanti, praticamente un 'Conte bis'. Via i ministri da mesi nel mirino (Toninelli, Grillo e Trenta), via anche il titolare dell'Economia, Giovanni Tria, più volte accusato nelle scorse settimane di ostacolare la flat tax. Ma un cambio radicale della squadra che coinvolge il Mef in prossimità della manovra economica non è cosa semplice. E di 'rimpastini' Salvini non ne vuole sentir parlare.

La fiamma intanto ha iniziato a consumare il cerino. Il voto ‘ferragostano’ di fiducia al governo è un passaggio chiesto dal leader della Lega che mette nelle sue mani la responsabilità della crisi. Il Senato potrebbe essere convocato il 19 e 20 agosto, perché nel mezzo c'è la commemorazione delle 43 vittime del crollo di Ponte Morandi a un anno dalla tragedia del 14 agosto 2018. In quell’occasione i parenti delle vittime incroceranno gli sguardi di Salvini, Di Maio e Toninelli. Poi cercheranno conforto nelle parole e negli occhi del presidente Mattarella. Sperando che almeno quel cerino acceso non finisca tra le loro mani.