cultura

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 Vi è mai capitato di guardare un film girato in un posto in cui eravate stati? Bene, se sì avrete presente quella sensazione di familiarità, e la finzione tirata su fino a quel momento dal regista che crolla, dandovi l’impressione di essere a casa. Bene, gli Ex-Otago mi danno proprio questa sensazione, sia visivamente che musicalmente.

Nel primo caso perché i video, i quali sono sempre dei veri e propri cortometraggi, sono girati in luoghi di Genova che, per chi ci è cresciuto, sono veri e propri simboli; il Porto Antico, i locali nei vicoli, ma anche l’entroterra, il lungomare. Insieme a tutto ciò nell’ultimo lavoro dei 5 ragazzi genovesi hanno deciso di aggiungere al resto dell’immaginario ligure quello del Corochinato. Per chi non lo sapesse, il Corochinato, detto anche “asinello”, è un liquore dolciastro simile al Limoncello, le cui origini vengono associate al vino di Coronata, zona nelle alture sopra Cornigliano dove una volta si trovavano alcuni piccoli vigneti.

Il tutto per darvi un’introduzione all’ultimo disco dei ragazzi di Marassi( o quasi). Disco che, come i video, non punta a creare un universo fittizio, a realtà distopiche o trame bizzarre alla Mattia Pascal, affatto, la chiave di lettura di Corochinato è la spontaneità e la semplicità, come il linguaggio crudo di un portuale quando si infila in Canneto il Lungo a parlare con gli amici davanti a un aperitivo.

Puoi avere 16 anni come 70, inevitabilmente ti rispecchierai in uno dei testi di questo piccolo capolavoro. Personalmente ho ritrovato molto di me in “Le Macchine Che Passano”, ma non voglio spoilerarvi nulla.  Vi do però un consiglio: prendete questo album come se fosse un viaggio, ascoltatevelo tutto di fila durante una corsa, una vasca sull’autobus o prima di andare a letto, e lasciate viaggiare la mente.

Quindi, perché gli Ex-Otago funzionano?

Perché sono genuini, non vogliono fare le rockstar, casomai più la compagnia che sta vicino al vostro tavolo al pub con i quali fate amicizia e vi ritrovate a giocare al calcio balilla. Insomma, questi züeni vogliono esportare nel resto d’italia il vero spirito Genovese, pochi fronzoli, a un primo occhio magari anche rude, ma che può nascondere una tenerezza e romanticismo immensi. E a testimoniarlo è stata anche l'iniziativa che hanno pensato di fare martedì sera.Luca, ragazzo a cui Maurizio Carucci ha fatto da educatore, e la mamma Lorena si trovano in difficoltà economiche, perché a causa di un cancro cerebrale lei non riesce più a lavorare come prima. Per questo i ragazzi della band non ci hanno pensato neanche un attimo e hanno incontrato vecchi amici e nuovi fan ai Giardini Luzzati per suonare qualche brano assieme e raccogliere un po' di fondi per dare una mano. Così, semplicemente per dare una mano.