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Replica del governatore ligure al 'veleno' della coordinatrice trentina
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"Quando una classe dirigente finisce gli argomenti, per mantenere un briciolo di potere comincia a evocare la categoria del tradimento o del complotto". Così il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha risposto con un post sul suo profilo Facebook a Michela Biancofiore che "bolla in tal modo il mio tentativo di far tornare il nostro mondo a dialogare con l'Italia che produce, che non si rassegna alla crisi, che non vuole vivere di sussidi e che vuole tornare a crescere".

La parlamentare 'azzurra' e coordinatrice regionale del Trentino Alto Adige ha aperto lo scontro con una dichiarazione al vetriolo. "Toti si è messo sulla scia di Alfano, annuncia un suo nuovo movimento, ma anche no nella speranza mai sopita di una nuova incoronazione da parte di Berlusconi. E nel frattempo inveisce contro tutto quello che Berlusconi ha creato e contro quel vertice del quale lui ha fatto parte e col quale ha preso decisioni spesso sbagliate che ci hanno portato all'oggi". Velenosa poi la conclusione della deputata Biancofiore: "A fare i leader con gli strumenti e i voti degli altri, sono bravi tutti quando non si hanno più si fa la fine degli Alfano di turno".

Toti per nulla intimidito ha ribattuto colpo su colpo. "Dopo milioni di elettori persi, migliaia di militanti e amministratori in fuga, gli unici veri traditori sono coloro che per interesse personale, paura o mancanza di visione vorrebbero lasciare tutto com'è. Un immobilismo non giustificato neppure dall'istinto di conservazione della poltrona, visto che le poltrone stesse diminuiscono a vista d'occhio".

Il governatore ligure ha poi concluso ricordando "all'amica Biancofiore" che in Liguria "in questi anni abbiamo vinto tutto il possibile, con una coalizione che ha saputo accogliere, con le sue liste civiche 'arancioni', anche chi nel nostro partito non si sentiva più a casa. E' la stessa cosa che propongo ora per rilanciare il nostro centrodestra: apriamo le porte alle idee, alle persone, al merito, alla democrazia".

Qualche ora prima Toti aveva incontrato Alberto Cirio, governatore fresco di elezione in Piemonte, nella sede della Regione Liguria. La scusa era la prima stretta di mano istituzionale post elezioni e il ringraziamento per l'appoggio in campagna elettorale. D'altronde, sono tanti i temi ufficiali che accomunano i due, a partire da infrastrutture, logistica, sanità e sicurezza. Tutti oggetto di un patto di collaborazione siglato meno di un mese fa, in ottica anche della programmazione dei principali fondi comunitari del prossimo settennato e della futura, ma ancora incerta, autonomia differenziata.

Cirio sarà quasi certamente uno dei big che parteciperà il 6 luglio a Roma all'assemblea costituente del nuovo soggetto politico di cui Toti è il principale promotore. Un soggetto che si pone di superare Forza Italia, riunire l'anima moderata e riformare il centrodestra. Primo sostenitore 'nobile', l'ex governatore lombardo Roberto Maroni. Sul tavolo ci sono molte altre adesioni tra cui quelle di Nello Musumeci (presidente della Regione Siciliana), Osvaldo Napoli, Elisabetta Gardini, di alcuni esponenti di spicco dell'amministrazione regionale lombarda, dell'europarlamentare Silvia Sardone per cui Toti si è speso in campagna elettorale, del deputato bolognese Galeazzo Bignami, del sindaco di Ascoli Guido Castelli, dell'ex ministro Andrea Ronchi. La campagna acquisti è appena iniziata, la polemica di Biancofore liquidata con un post.