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Il presidente ha incontrato l'ex presidente proprio il giorno dopo il rientro dagli Usa
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Massimo Ferrero ed Edoardo Garrone a pranzo insieme domenica scorsa, in un ristorante della Foce, proprio il giorno dopo il ritorno del presidente della Sampdoria dagli Stati Uniti dove aveva incontrato i potenziali acquirenti della società blucerchiata rappresentati da Gianluca Vialli. "L'incontro è andato malissimo, la trattativa è chiusa", aveva sentenziato Ferrero prima di imbarcarsi sul volo che da New York lo avrebbe riportato in Italia, giusto in tempo per assistere all'ultimo incontro di campionato contro la Juventus, proprio al fianco dell'ex presidente, dal quale ereditò la Samp nel 2014.


Ma è bastato che la foto dei due insieme a pranzo, peraltro diffusa dallo stesso Ferrero che ha esplicitamente voluto rendere pubblico l'incontro, iniziasse a circolare in rete per scatenare l'interpretazione più scontata e prevedibile: il presidente ha relazionato l'ex presidente sull'esito della missione americana. Forse "ha dovuto relazionare". Vero? Falso? Possibile? Probabile?


Se Ferrero ha distribuito in giro il selfie al ristorante, Garrone da parte sua ha sostenuto che l'incontro tra loro sarebbe avvenuto in maniera casuale all'Hotel Melia, in Carignano, dove l'ex presidente si era recato con la famiglia per ritirare nella sede del ritiro dal direttore sportivo della Juventus, Fabio Paratici (ex Samp), la maglia bianconera autografata da Cristiano Ronaldo per i suoi figli. Ferrero, che in quell'albergo è di stanza, incrociando Garrone nella hall lo avrebbe allora invitato a pranzo con la moglie.


La verità, come spesso accade, sta a metà. La partita con la Juventus ha costituito l'occasione per Garrone di tornare allo stadio e anche di incontrare Ferrero, fresco reduce dall'incontro con Dinan. Giova ricordare che cinque anni fa Garrone trasferì la Sampdoria a Ferrero ripulendola in gran parte dai debiti, con il pieno finanziario nel motore e le garanzie fidejussorie per l'iscrizione della squadra al campionto e l'esercizio delle attività di mercato. Un gesto dettato dalle pressioni della famiglia Erg, dalla contestazione strisciante dei tifosi e dal grande stress accumulato con la retrocessione (in coincidenza con la scomparsa del padre e capostipite Riccardo) e poi l'immediato ritorno in serie A.


Da quel momento in poi Ferrero (con l'aiuto fondamentale dei suoi collaboratori, Antonio Romei, Carlo Osti e Riccardo Pecini) iniziò a camminare con le proprie gambe portando avanti con efficacia la strada dell'autofinanziamento aziendale abbinata a risultati accettabili (settimo, quattordicesimo, decimo, decimo e nono posto) e ad un bilancio in attivo. Il tutto al netto dell'inchiesta giudiziaria romana per distrazione fondi, truffa e riciclaggio (a breve si dovrebbe sapere se Ferrero sarà mandato a processo oppure se il procedimento verrà archiviato).


Garrone, che ha sempre sostenuto il mantra "Ferrero farà meglio di me", ha mantenuto un legame con la Sampdoria attraverso una residua fidejussione, chi gli garantisce tuttora l'accesso e la visibilità ad una parte (limitata) dei conti della società di Corte Lambruschini. Ma secondo alcuni osservatori l'eventuale rivendita della Sampdoria al gruppo Vialli o ad un altro acquirente avrebbe come presupposto il rientro di una parte dei capitali proprio nella disponibilità di Garrone. "Non si muove foglia che Garrone non voglia", si sarebbe lasciato scappare Ferrero al momento del selfie con l'ex presidente.


Insomma, la cessione della Sampdoria passerebbe anche attraverso la volontà e soprattutto la valutazione di Edoardo Garrone. Una ricostruzione che da banale supposizione, alimentata semplicemente dalla vox populi, ha iniziato a viaggiare sulle ali di quel selfie "galeotto" scattato domenica scorsa al ristorante, poche ore dopo il vertice a New York sul futuro della società blucerchiata. Forse anche un messaggio che Ferrero ha voluto inviare ai potenziali acquirenti della Sampdoria. Dovete fare i conti con me, ma non solo con me.


L'ardua sentenza non dovrebbe essere lontana.