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Una battaglia all'ultimo voto. Nel primo turno e, poi, nel ballottaggio. Il secondo sondaggio di Primocanale certifica la sensazione che si incontra girando per le vie dalla città: fra Alberto Biancheri e Sergio Tommasini sarà uno scontro totale per conquistare la poltrona da sindaco di Sanremo.


Come ha opportunamente chiarito Maurizio Rossi, l'editore di Primocanale, presentando il sondaggio nella sala convegni dell'Hotel de Paris, "si tratta di una tendenza, non di una sentenza assoluta". Nondimeno, appare completamente tagliata fuori da ogni ipotesi di successo la candidata del Movimento 5 Stelle, che rimane ancorata al 14 per cento, contro il 41 di Biancheri e il 40 di Tommasini. Rispetto al precedente sondaggio, il candidato civico-centrodestra risale la china, ma quello civico-centrosinistra tiene botta. Se vogliamo, la vera anomalia rispetto alla consuetudine sanremese è proprio Biancheri, che riesce ad essere potenzialmente vincente (lo sarebbe per la seconda volta, essendo il sindaco uscente) pur essendo alla guida di una coalizione di cui fanno parte anche il Pd e almeno alcuni settori della sinistra. Forze che, in passato, sono sempre state perdenti proprio perché Sanremo era e resta una città principalmente conservatrice. E difatti Biancheri per risultare vincente deve abbinare un'ottima performance personale al fatto che lo appoggiano anche ampi settori del centrodestra. È, insomma, quanto di più trasversale si possa immaginare oggi.


Per contro, Tommasini non solo sta risalendo la china, ma sta restituendo orgoglio a un centrodestra che negli anni scorsi si era contraddistinto per difficoltà che nascevano da liti interne e separazioni di cui non c'era traccia nei periodi migliori della coalizione. La differenza, a ben vedere, è che allora la trazione era Forza Italia, mentre oggi indiscutibilmente è la Lega. Questo può modificare qualcosa considerando che per le comunali si voterà contestualmente alle europee? Mi sento di condividere l'osservazione di Rossi: "È probabile che un certo condizionamento le europee lo provocheranno sulle comunali, perché nel primo caso le consultazioni chiamano in causa soprattutto i partiti ed è possibile che se uno vota Lega o Pd poi magari non modifica la propria scelta su base locale. Fermo restando, però, che la forza dei candidati è la prima cosa di cui tenere conto". L'unica certezza con cui fare i conti oggi, a poco più di trenta giorni dal voto è che Biancheri e Tommasini alla fine sembra proprio che debbano essere separati da una manciata di voti.


Che nella grande sfida non entrerà è la grilli a Paola Arrigoni. Qui, però, bisogna essere chiari: più che salire al 14 per cento, rispetto al 10 delle scorse comunali, e più che superare quota 50 nell'indice di popolarità un candidato non può fare. Arrigoni e i 5 Stelle scontano in modo decisivo il fatto che mentre gli altri candidati hanno il sostegno di più liste, loro viaggiano in beata solitudine. Questo magari evita delle contaminazioni indesiderate, ma non può in alcun modo consentire di partecipare a una competizione elettorale con che ragionevole speranza di vittoria. Per quanto riguarda l'M5s, dunque, il sondaggio dice che sembra andare incontro a un buon risultato. Ma niente di più. Fino a quando i grillini non decideranno che anche su base locale bisogna fare degli accordi.