salute e medicina

L'intervento del presidente Confcommercio Ascom Salute
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Ma di solitudine ne esiste una sola? L’ esperienza della solitudine è diversa da persona a persona. Spesso ognuno di noi si sente solo e prova una sua solitudine.

La solitudine ha molte facce. Accompagna molti stati d’animo; ci porta a dare un significato diverso al nostro vissuto. Molti poeti, molti cantanti hanno espresso il concetto di solitudine riferendosi spesso al sentimento lacerante che si prova quando si è lasciati dalla persona amata; per la premorienza di una persona cara.
Nell’ambito del sociale, la solitudine la “sofferenza per solitudine” ed “indifferenza”si riconosce con chiarezza.

I bambini che muoiono per mancata nutrizione; i giovani e gli adulti che sono costretti scappare dalle loro terre; sono in molti, di ogni età. Soli in solitudine, senza supporto delle istituzioni, senza nessuno dei propri cari e senza un pensiero per il futuro. Costoro hanno la percezione ed il vissuto delle persone in solitudine, sofferenti e abbandonate dal mondo.
Le reazioni a questo mondo, arrido di profonde relazioni interpersonali, sono le più diverse.
Molte famiglie, sono sempre più silenti nelle proprie abitazioni, ipnotizzate dalla televisione.
Molti ragazzi sono sempre piu soli, nello schermo e nelle immagini del loro smartphone?
Quante persone licenziate, disoccupate sono sole e disperate nella propria solitudine nella ricerca di un lavoro? E quante sono le espressioni di solitudine imposte dalle circostanze della vita: le limitazioni sensoriali, persone affetti da cecità, sordità e da malattie invalidanti.

Diventare anziani e sprofondare in un atteggiamento depressivo perché non ci sente più amati e trasferiti dalla propria abitazione in una realtà socio sanitaria assistenziale è un attimo e senza servizi alternativi è abbastanza ineluttabile ritrovarsi in qualche ”casa di riposo” Soli ed in solitudine. Il riposo richiama alla serenità. Dopo la stanchezza di una vita lavorativa, dopo gli affanni nel garantire sicurezza alla propria famiglia. Quanta la fatica! ma era una vita; ora cosa c’è, solo solo attesa, senza speranze e senza gioia. Li, tutti li, in una stanza in belle o brutte carrozzine, in una locale dove la televisione fa scorrere le immagini, apparentemente con pubblico ma senza attenzione. La mattina in attesa del pranzo, il pomeriggio in attesa della cena. Ogni giorno in attesa di una fine che tarda a venire. Commenta cosi una persona ospite di una residenza.
In gioventù le giornate sono brevi e gli anni sono lunghi; nella vecchiaia gli anni sono brevi e le giornate sono lunghe.

Ritorniamo a pensare come un tempo ai nostri anziani in famiglia perché sono il valore delle nostre radici, valorizziamo ciò che sono stati. Diamo a loro la voce, la dignità e la possibilità che in ogni contesto debbano essere posti da noi al centro del nostro sentire, per quel fraterno amore che ci hanno regalato nei loro anni vissuti insieme.

*Luca Pallavicini - Presidente Confcommercio Ascom Salute