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Fumata grigia nel vertice di Londra: nessun accordo definitivo, ma si continua a trattare
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Fumata grigia ieri sera al vertice di Londra sulla possibile cessione della Sampdoria a cui hanno partecipato il vicepresidente Antonio Romei, il direttore amministrativo Alberto Bosco e Federico Oliva, rappresentante del Fondo americano York Management Capital.


Nessun accordo definitivo è stato trovato nel corso della serata, ma la trattativa prosegue perché i potenziali investitori, che hanno in Gianluca Vialli il loro punto di riferimento nell'operazione, hanno elevato l'offerta a 110 milioni di euro. Una valutazione della Sampdoria ancora distante da quanto richiesto dal presidente Massimo Ferrero (disposto ad accettare 150 milioni) ma comunque un segnale della volontà di avvicinarsi ad un'intesa.


Romei ha preso tempo e in queste ore sottoporrà l'offerta allo stesso Ferrero, che non prende parte alle trattative ma ne ha dettato le linee guida. Secondo alcune indiscrezioni, se l'acquisizione della Sampdoria non andrà in porto, il Fondo York di Jamie Dinan, sostenuto anche da una sponda genovese, potrebbe indirizzare le sue attenzioni su altri club italiani, tra cui il Parma e la Fiorentina.


Vialli continua a spostare in avanti i termini della risposta al presidente della Figc, Gravina, che gli ha offerto il ruolo di capo delegazione della Nazionale guidata da Roberto Mancini. Ma il mese di marzo sarà decisivo. Sia per il futuro della Sampdoria che per quello di Vialli. Sullo sfondo restano altre ipotesi per la Samp, compresa quella relativa al Fondo Oak Tree riconducibile a Paolo Fiorentino. Anche se Ferrero continua a ripetere: "La Sampdoria non si vende, a meno che non arrivino almeno 150 milioni". Questione di soldi, insomma, come in ogni trattativa che si rispetti. Ma il presidente della Samp in queste ore risulta abbastanza isolato e arroccato nel suo fortino sempre più difficile da difendere.