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Tantissimi giovani e anche bambini sono accorsi all'iniziativa organizzata dai volontari di Greenpeace Gruppo Locale Genova, i volontari di Surfrider Genova e i soci di My Trekking, con la collaborazione del Comune di Genova e di Amiu Genova Spa: una mattinata di pulizia delle spiagge nella zona della Foce

Dalle 9.45 fino alle 13 di questo sabato 23 febbraio chiunque ha la possibilità di rimboccarsi le maniche, indossare un paio di guanti da lavoro e rendere le spiagge attorno a Piazzale Kennedy più pulite. Oltre 200 gli iscritti al portale ufficiale, mentre l'evento sui social ha superato un migliaio di interessati. "L'interesse c'è da parte delle persone e vogliamo approfittare di questa occasione per sensibilizzare l'opinione pubblica", spiega Andrea Sbarbaro di Greenpeace. "Lo scopo, però, è quello di lanciare anche un messaggio ai principali responsabili dell'inquinamento nei nostri mari, ovvero grandi aziende, come Coca Cola. La colpa è di tutti i prodotti monouso che nelle nostre vite restano un minuto, mentre una volta gettati possono durare anche secoli nei nostri mari". 

Presente anche Surfrider, organizzazione no-profit, che opera per la salvaguardia negli oceani. "Stiamo cercando di creare un gruppo anche a Genova attraverso attività di questo tipo", spiega Andrea Cavalleroni. "In Europa ci sono più di mille giornate di pulizia spiagge all'anno. Cerchiamo poi di conteggiare tutto quello che si raccoglie per poi assieme alla sede centrale stilare un report annuale che ci aiuta a monitorare quali siano i prodotti prevalentemente presenti e interfacciarci con gli enti pubblici". 

Tutti d'accordo sull'importanza di preservare l'ambiente che ci circonda, soprattutto dopo i primi "ritrovamenti" tra i sassi: copertoni, giocattoli in plastica, cartacce. "Ogni cittadino deve utilizzare meno plastica possibile e iniziare a riciclare, non abbiamo un pianeta B di riserva e dobbiamo rispettarlo per rispettarci", commenta una delle volontarie. Dopo aver radunato tutti i materiali presenti sulla riva, altri volontari si occupano di dividerli in base ai criteri della raccolta differenziata.