cronaca

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"Di Maio ha scelto anche i tempi sbagliati. Neanche a farlo apposta è del 30 gennaio il decreto di archiviazione della procura di Roma (nell'inchiesta di Bankitalia da cui scaturì la maxi inchiesta sul caso Carige, ndr) per me e altri sei ex consiglieri di Banca Carige dove si riconosce che grazie ai miei interventi in cda, al fatto di avere votato contro le constatazioni di risposta alla Banca d'Italia e di avere presentato le dimissioni, si erano determinate le dimissioni dell'intero consiglio di Carige e dell'ex presidente Giovanni Berneschi": così Alessandro Repetto, già deputato dell'Ulivo, ex presidente della Provincia ed ex consigliere Carige, replica parlando con l'ANSA alla chiamata in causa del vicepremier Di Maio che ha fatto il suo nome sulla crisi della Carige.

Repetto rivendica di non far parte di 'commistioni', di essersi opposto alla gestione dell'allora padre-padrone della banca Berneschi e di aver contribuito alla caduta di quel cda, consentendo l'emersione dei fatti, con l'ispezione Bankitalia che ha portato all'inchiesta e all'arresto di Berneschi.

Anche Alessandro Scajola ha inviato la sua replica: "Credo di aver sempre agito in maniera onesta, pulita e compente e la commistione con la politica mi sembra assolutamente falsa".

"Non c'è nulla di falso in ciò che ha detto Di Maio e non mi sento accusato né offeso - aggiunge -. Nulla di sbagliato, tranne il nome di Repetto che è Alessandro e non Alberto. Per il resto devo dire, che il suo resta un elenco parziale, perché quando si parla di un cda i nomi bisogna citarli tutti, e non solo una parte".

"Nel citare solo quattro consiglieri del cda sui quindici - aggiunge Scajola - forse ha inteso puntare l'attenzione su quelli che avevano legami con la politica, ma allora ne ha dimenticati altri".