 Non saranno i valzer degli Strauss a salutare al Carlo Felice il nuovo anno, il pomeriggio del Primo gennaio prossimo. Saranno ritmi diversi, ma ugualmente brillanti e trascinanti: quelli creati da Leonard Bernstein nel suo capolavoro "West side story". Il celebre musical torna sul palcoscenico genovese a poco più di un anno dalla sua festosa apparizione in stagione lirica. Per il Carlo Felice il musical, del resto, non è spettacolo "nuovo".
                    
                     Non saranno i valzer degli Strauss a salutare al Carlo Felice il nuovo anno, il pomeriggio del Primo gennaio prossimo. Saranno ritmi diversi, ma ugualmente brillanti e trascinanti: quelli creati da Leonard Bernstein nel suo capolavoro "West side story". Il celebre musical torna sul palcoscenico genovese a poco più di un anno dalla sua festosa apparizione in stagione lirica. Per il Carlo Felice il musical, del resto, non è spettacolo "nuovo". I frequentatori più attempati dei Parchi di Nervi ricorderanno proprio "West side story" nel 1981 seguita nel 1985 da "A chorus line". E nella stagione inaugurale del nuovo Teatro accanto a opere e balletti figurò un altro musical, "The black Rider". Qualche mese fa, infine, è arrivato "Un americano a Parigi". E che il pubblico genovese sia appassionato del genere lo dimostra la programmazione del Politeama Genovese che da anni opera in questo settore. Martedì, dunque, tornerà "West side story", basato su un'idea di Jerome Robbins, (libretto di Arthur Laurents, testo di Stephen Sondheim) nella stessa edizione dello scorso anno, con la agile regia di Federico Bellone ripresa da Chiara Vecchi e con le coreografie originali di Jerome Robbins riprodotte da Fabrizio Angelini. A dirigere l'Orchestra e il Coro del Teatro Carlo Felice, l'anno scorso c'era Wayne Marshall, mentre quest'anno salirà sul podio il giovanissimo inglese Alpesh Chauhan. Il cast comprende Luca Giacomelli Ferrarini (già lo scorso anno Tony), Caterina Gabrieli (Maria), Simona Di Stefano (Anita), Giuseppe Verzicco (Riff) e Mark Biocca (Bernardo). A 70 anni dal suo debutto americano, il musical mantiene intatta la sua freschezza che sta innanzitutto nella validità della storia: l'amore contrastato di shakespeariana memoria fra Tony-Romeo e Maria-Giulietta viene attualizzato dal compositore inserendolo nel contesto degli scontri fra bande americane e portoricane e oggi non può non richiamare il dramma della immigrazione e della paura del "diverso".
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