Il sistema sanitario pubblico ligure, modello sinistra, collassato sulle spalle di primari costretti a perdere tempo con obblighi burocratici, medici anziani a fare turni ai pronto soccorso, infermieri a ranghi ridotti, getta la spugna dopo aver collezionato una infinita serie di disastri e apre le porte ai privati. Non c’era altro da fare e magari avrebbe dovuto essere fatto molto prima di trovarci in questa penosa situazione, retta solo dal volontariato della responsabilità. Tre ospedali, Cairo Montenotte, Albenga e Bordighera verranno gestiti da due colossi della sanità privata nazionale, il Galeazzi (fiore all’occhiello nell’ortopedia) a Albenga e Cairo e Iclas Villa Maria (fiore all’occhiello la cardiochirurgia di Rapallo) a Bordighera. Gestiranno anche i pronto soccorso e qui sta la vera incognita-scommessa.
Poi sarà la volta del nuovo ospedale che sorgerà sulla collina di Erzelli e opererà insieme al Villa Scassi in questo nuovo polo sanitario del Ponente.
Non c’è da gridare allo scandalo come fanno i consiglieri del Pd. Semmai lo scandalo è aver ridotto la sanità ligure in questo stato, umiliando la classe medica e infermieristica vera carta vincente del nostro territorio. Le eccellenze che ci sono e non sono poche sono tutte merito loro!
Ma non c’è nemmeno da esultare fino a quando non avremo sperimentato questa soluzione che riserverà alla fine un venti per cento della sanità regionale ai privati convenzionati s’intende (non si pagherà per le prestazioni) e il restante ottanta per cento al pubblico. Il sistema finalmente metterà in competizione due modi di gestire la sanità, che in altre regioni come Lombardia, Veneto e Toscana, rette da diverse politiche, hanno dato anche risultati molto positivi in termini di assistenza e ricerca.
L’importante, soprattutto nella complicata area genovese, dove operano il Policlinico San Martino, il Galliera, Villa Scassi, Voltri, Sestri, e arriverà Erzelli, è evitare doppioni, cioè studiare una distribuzione delle competenze razionale, assegnando laddove sia possibile delle specializzazioni.
Questo dovrà fare l’assessore alla Sanità, resistendo alle mire politiche o di parte, ai piccoli e grandi potentati, pensando se possibile davvero ai pazienti, in una regione dove la enorme popolazione anziana può essere un fardello, ma anche una straordinaria occasione.
cronaca
La sanità modello sinistra in panne ora chiede aiuto ai gruppi privati
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