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 Il candidato sindaco di Sanremo per il centrodestra, Sergio Tommasini, ha le caratteristiche per essere e apparire imparziale, soprattutto se dovesse vincere la contesa elettorale? Prima di provare a rispondere, facciamo un piccolo esercizio di memoria.


Dallo scorso mese di marzo, quindi non un secolo fa, esiste un parere dell'Anac, l'autorità anticorruzione guidata dal magistrato Raffaele Cantone, secondo il quale l'ex presidente dell'Authority portuale di Genova, Luigi Merlo, non poteva diventare direttore delle relazioni istituzionali di Msc per l'Italia. La ragione? Esiste una norma, nella legislazione italiana, secondo la quale chi negli ultimi tre anni ha esercitato una funzione pubblica non può, nel triennio successivo, assumere incarichi privati presso aziende delle quali si è occupato o si poteva occupare. In soldoni, la volontà del legislatore è quella di evitare che il controllore possa monetizzare, attraverso uno stipendio, presunti favori fatti al controllato.


Alla fine Msc e Merlo, sulla cui correttezza peraltro nessuno ha mai avanzato la minima ombra, hanno risolto il problema dicendosi addio. Il dato, però, rimane. E sebbene rovesciato, pone una questione non propriamente marginale, in vista delle prossime elezioni comunali a Sanremo. Tommasini, infatti, di mestiere fa il manager. È molto accreditato, giudicato assai bravo e con esperienze anche di carattere internazionale. Insomma, uno che a fare il sindaco potrebbe cimentarsi senza alcun timore.

Però c'è un però. Una "piccola" questione: il candidato primo cittadino del centrodestra per Sanremo, infatti, era alle dipendenze della Idroedil, società che si occupa di smaltimento dei rifiuti e che con Palazzo Bellevue ha antiche relazioni nel settore. Anzi, Tommasini era qualcosa più di un dipendente: era l'amministratore delegato, vale a dire il vero numero uno dell'azienda.

E allora: se non andava bene che Merlo fosse diventato dipendente di Msc a causa del suo trascorso da presidente dell'Authority portuale genovese, perché può andar bene che Tommasini da amministratore delegato di Idroedil possa diventare sindaco di Sanremo?

Non è finita qui. Tre sostenitori di peso di Tommasini, infatti, hanno solidi rapporti professionali anche con Idroedil. Sono Gianni Rolando, ingegnere, Forza Italia, Antonio Bissolotti, ex assessore al turismo, avvocato, e Marco Medlin, coordinatore della Lega, geometra. Insomma, a guardalo così questo spaccato del "Gruppo dei 100", come si chiama il movimento da cui è nata la candidatura Tommasini, ha l'inevitabile apparenza di una lobby targata Idroedil.

Nessuno mette in discussione la rettitudine di Tommasini, ci mancherebbe. E tuttavia: che cosa accadrebbe se Tommasini da sindaco di Sanremo dovesse occuparsi di una pratica Idroedil, che so, dello scorso anno, quando era egli stesso l'amministratore delegato dell'azienda? Se desse torto a Idroedil si potrebbe dire che lo fa per dimostrare la propria totale indipendenza, ma magari Idroedil potrebbe avere semplicemente torto. Se, invece, desse ragione all'azienda, qualcuno potrebbe saltar su magari a dire che il rapporto fra Tommasini sindaco e la Idroedil è sospetto, anche se Idroedil avesse effettivamente ragione.

Come si vede, siamo nel pieno delle criticità create dal conflitto di interessi. In questo caso tanto più temibile ricordando che fra l'Ideoedil e il Comune di Sanremo è tuttora in piedi anche una vertenza legale. Tommasini si è sempre difeso adducendo il più ovvio dei comportamenti: mi dimetto dall'azienda e qualsiasi pratica che la riguardasse dovesse arrivare a Palazzo Bellevue io non me ne occuperò.

Basta, può bastare? Nell'immediatezza della candidatura la questione ha fatto un po' di rumore, poi su di essa è calato il silenzio, con un'opera di rimozione per certi versi tipicamente sanremese. Il problema, invece, resta. E la scena è questa: Merlo alla Msc non poteva andarci perché passava dal pubblico al privato, sebbene abbandonasse le leve del potere, Tommasini invece può diventare sindaco passando dal privato al pubblico, quindi andandosi a prendere proprio le leve del potere.


Alla luce di queste osservazioni, Primocanale apre come sempre un dibattito e Tommasini avrà lo spazio, giornalisticamente garantito a chiunque, per chiarire la sua posizione. Certo, il parere pro-veritate di un autorevole studio legale potrebbe aiutare a dissipare ogni dubbio giuridico. L'importante è evitare che, magari qualche mese dopo l'eventuale elezione, spunti l'Anac a sollevare il problema del conflitto di interessi di Tommasini. Con conseguenze che potrebbero arrivare fino al commissariamento del Comune. Meglio non fare gli struzzi e affrontare prima il problema.
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