Dal 29 novembre al 6 gennaio 2019 uno dei Palazzi dei Rolli Genovesi, il Palazzo di Domenico Grillo in piazza delle Vigne ospita la mostra di Francesco Jodice “Nuova Terraferma”.L'esposizione, organizzata dall'Associazione Spazio Tempo e dalla Casa di Cura Villa Montallegro, vuole essere un omaggio alla città di Genova e uno dei segni della ripresa dopo la tragedia di Ponte Morandi.
“Nuova Terraferma” è il risultato di un progetto realizzato a partire dal 2013 durante le opere di ampliamento e modificazione di Calata Bettolo nel porto di Genova. L’artista Francesco Jodice è intervenuto a più riprese con sopralluoghi e letture fotografiche, il cui risultato sono quattro capitoli visivi che raccontano la nascita di una Nuova Terraferma, frutto della sedimentazione di tracce preesistenti e future. La mostra e il libro fotografico restituiscono la nascita di un nuovo paesaggio fisico e culturale dentro la città di Genova.
Francesco Jodice, 51 anni, ha partecipato alle più importanti esposizioni internazionali ed è docente della Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. La sua ricerca artistica indaga i mutamenti del paesaggio sociale contemporaneo, con particolare attenzione ai fenomeni di antropologia urbana e alla produzione di nuovi processi di partecipazione.
Così l'artista spiega il progetto di “Nuova Terraferma”: “In casi come questo corri il rischio di essere vinto dal folclore della bellezza dei porti, soprattutto i porti come Genova che hanno un rapporto visivo con la parte storica della città. La mia metodologia è sempre la stessa: mi concentro sulla lettura degli indizi, sia quelli visivi che quelli intercettati durante lo studio della letteratura sul territorio. Ho pensato così di creare quattro cataloghi di immagini, quattro capitoli che corrispondono ad altrettante storie: i ritratti di chi lavora all’interno di questo immenso cantiere; un capitolo di fotografie topografiche che documenta la trasformazione del territorio; un lavoro di still life che repertizza in modo scientifico alcuni oggetti emersi dai fondali; e infine una sequenza in bianco e nero che guarda alle nuove terre emerse come si trattasse di una fotografia lunare, marziana, evocando il linguaggio delle prime fotografie di un pianeta alieno.
In questo quarto capitolo che ho chiamato Man on the Moon per la prima volta mi sono trovato a fotografare in bianco e nero, non perché volessi dare una visione nostalgica ed evocativa delle terre emerse ma perché è così che mi sono sentito: come Armstrong e Aldrin, un membro dell’equipaggio dell’Apollo 11”.
L’esposizione e il libro fotografico, edito da Sagep editori, nascono con il patrocinio di Regione Liguria, Comune di Genova e Confindustria Genova.
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