Cronaca

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Un milione e duecentomila euro è la cifra che sarà corrisposta ad una coppia genovese su disposizione del Tribunale di Genova come di risarcimento in quanto nel 2000 ai coniugi nacque un bimbo down che, per una grave asfissia durante il parto, ora è considerato invalido al cento per cento. La sentenza è stata emessa dal giudice Roberto Braccialini che ha riconosciuto la responsabilità dell'ospedale genovese Evangelico e del ginecologo che fece partorire la donna, allora ventottenne. Secondo gli esami effettuati durante la gravidanza all'ospedale Evangelico, la gravidanza era andata avanti senza alcuna complicazione. I genitori erano stati rassicurati sulla salute del feto. I due avevano espresso la volontà di abortire in caso il nascituro presentasse malformazioni o patologie. Nonostante il gran numero di esami e lo scrupolo dimostrato dai medici, la sindrome genetica non era stata riscontrata. Il bimbo era però nato affetto dal morbo di down. L'uso di una ventosa durante il parto, secondo il perito di parte, aveva causato un'asfissia grave. Il bimbo, il gravi condizioni, fu intubato e trasferito all'ospedale infantile Gaslini di Genova. Il neonato fu dimesso dopo una lunga degenza. Poi fu sottoposto a visite specialistiche presso l'università di Pisa, dove la diagnosi finale fu di "paralisi cerebrale infantile a tipo tetraparesi spastica prevalente a sinistra per gli arti superiori conseguente alla grave asfissia neonatale associata a sindrome Down". Il ginecologo che ha seguito la madre durante la gestazione è stato assolto, ma l'ospedale ed il giovane medico (entrambi assicurati) che eseguì il parto sono stati condannati al risarcimento. La difesa sostiene che l'uso della ventosa fu necessario per l'insufficienza delle spinte della madre e che i danni cerebrali sono riconducibili ad un'infezione fetale pre-parto. (Agi)