cronaca

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 Non ci sono solo due Genova, dopo il crollo di ponte Morandi, ma anche due schiere di genovesi, per così dire. Sempre più spesso, durante le puntate quotidiane di Live on the road, che mi mette (e vi mette) in contatto costante con le persone, sento gli sfortunati della Valpolcevera, ma anche di Certosa, di Sestri e di tutte quelle zone penalizzate a livello di commercio e di spostamenti, dire: “Ma quelli dall’altra parte del muro invisibile non immaginano neppure che cosa stia succedendo di qua”. “L’altro giorno una cliente mi ha chiamata da Albaro e mi ha chiesto se avevamo problemi! Ma te ne rendi conto? Non immaginano neppure che cosa stiamo vivendo qui” racconta irritata una commerciante di Certosa. “In centro e nel levante non capiscono che qui siamo soffocati dal traffico e dallo smog, che il commercio va in malora” rilancia a distanza in residente di Fegino. “Potremmo fare un cambio: dieci giorni loro qui nelle nostre case e noi nelle loro”, propone qualcuno.

Chiedo a tutti se sono invidiosi, se posso usare il termine, nei confronti degli “altri”, irritati? “Ma in un certo senso innervositi - ammette un residente di Borzoli - perché dovrebbero fare qualcosa di tangibile per noi, qualche espressione di solidarietà che non sta arrivando”.

Insomma, oltre che due Genova si stanno formando anche due grandi gruppi di genovesi, quelli che soffrono le conseguenze della caduta del ponte, e tutti gli altri. Ironia della sorte la maledizione ha colpito “noi, in zone che hanno già dato tanto in termini di ambiente e vivibilità” chi a causa dei depositi Iplom (Fegino e Borzoli), chi del mare scippato dalle fabbriche (Cornigliano e Sestri Ponente) chi per altri motivi. Mentre il centro patinato, le belle Quarto, Quinto, Nervi, continuano a vivere nella loro bellezza (a dire il vero anche il centro non se la passa benissimo se si pensa a realtà come il Mercato Orientale che sta soffrendo, insieme ad altre).

Ma è qui invece che Genova deve dimostrarsi sempre più unita. Trovando il modo per tornare ad essere Una città e non due città.