cronaca

La due giorni organizzata dal servizio nazionale della CEI per la pastorale giovanile
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"Un giovane che non sa sognare è un giovane anestetizzato, non potrà capire la forza della vita". Questo l'invito di Papa Francesco alle migliaia di giovani riuniti al Circo Massimo di Roma per la due giorni organizzata dalla Cei in vista del Sinodo dei giovani di ottobre. E poi
il monito contro le droghe: "Non ci sono pasticche che fanno sognare - aggiunge il Santo Padre - quelle bruciano i neuroni, addormentano il cuore e ti rovinano la vita. I sogni non si comprano, sono un dono di Dio".

Al Circo Massimo per la veglia di preghiera con il Santo Padre c'erano decine di migliaia di giovani arrivati da 195 diocesi d'Italia. Tra di loro anche oltre 300 liguri che sono arrivati a Roma dopo un cammino a tappe in Liguria accompagnati da monsignor Nicolò Anselmi vescovo ausiliare di Genova. Hanno camminato sotto il sole, nelle giornate più calde dell'anno e sicuramente degli ultimi anni, attraversando le strade della quotidianità così come il Papa aveva chiesto loro.
Ogni giorno, per ogni tappa una parola o un tema che ha guidato i ragazzi sul quale ragionare, meditare anche attraverso delle testimonianze e poi la condivisione insieme.

Giovani che hanno camminato insieme in pellegrinaggio per convergere sulla Capitale da 'mille strade', come recita il motto dell’iniziativa organizzata dal Servizio nazionale della Cei per la pastorale giovanile. Solito balletto dei numeri: per gli organizzatori 100.000 per la questura 70.000 di certo un pubblico da rockstar a cui Francesco è abituato basti pensare al Campus Misericordiae di Cracovia due anni fa per la Giornata mondiale della Gioventù in Polonia o l'infinita distesa di giovani sulla spiaggia di Copacabana a Rio de Janeiro per la Gmg 2013.


Per il saluto finale al Circo Massimo, come faro per le scelte dei giovani il Papa ha scelto la figura di Giovanni: il discepolo che arriva primo al sepolcro vuoto di Gesù "certamente perché è più giovane, ma anche perché non ha smesso di sperare". Insieme a lui, dialogando a braccio in risposta alle domande dei giovani, il Papa ha citato come esempio il Santo di cui ha scelto di portare il nome: Francesco d’Assisi, "un giovane che, sognando in grande, ha cambiato la storia dell’Italia".

Questa mattina in piazza San Pietro, il Papa conferirà il mandato missionario, benedicendo i doni che i ragazzi italiani porteranno alla Gmg di Panama del prossimo gennaio: il Crocifisso di San Damiano e la Madonna di Loreto.

L'incontro con il Papa sarà preceduto dalla Santa Messa presieduta dal presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Gualtiero Bassetti.

“I giovani hanno avuto modo di toccare con mano lungo il cammino la bellezza di sentieri e località che, pur non lontani da casa nostra, non conoscevamo”, racconta don Alberto Gastaldi, responsabile della Pastorale Giovanile della Liguria.

Tra i giovani arrivati a Roma anche Marco Rovere di Ranzo entroterra tra Albenga e Imperia che racconta la sua esperienza di pellegrino così: "Anch’io, come tanti miei coetanei, vivo la fatica del camminare, ma ogni giorno, e specialmente in momenti come questi, sperimento che, nonostante i miei limiti e le mie incostanze, c’è qualcosa di bello e di grande che ci aspetta, che è il tesoro che racchiude la nostra felicità, che vale la pena scommettere la vita per il sogno di Chiesa e di umanità che ci propone il Papa, che la Chiesa è il mosaico stupendo di chi ogni giorno ci mette i suoi “cinque pani e due pesci”- che poi il Signore moltiplica nella misura infinita del suo amore - per vivere la primavera che il Vangelo, qui ed oggi, ci propone come orizzonte di senso e di vita piena. In questa settimana, tanto nel pellegrinaggio quanto nella due giorni romana, ho scoperto, ancora una volta, di non essere solo a camminare e sognare".