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Toti: "Lascia senza rappresentanza un pezzo della società che ci ha votato"
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 "Tutti sono importanti nessuno è indispensabile" così il sindaco di Genova Bucci commenta le dimissioni dell'assessore Serafini.

"Il motivo delle dimissioni? non lo so - ha preseguito il sindaco -. Non abbiamo litigato, ci sono state discussioni come è normale che avvenga in una squadra di lavoro. Ieri sera mi ha mandato una lettera dove mi comunicava la sua decisione" sulla sua successione Bucci ha aggiunto: "Come nelle aziende, io ho un succession plan, un piano di sostituzione, di chiunque nella squadra".

Insomma il sindaco, dopo aver incontrato il presidente della Regione Giovanni Toti (che ha criticato la decisione dell’assessore di dimettersi) guarda oltre. Non chiederà ad Elisa Serafini di ripensarci e dice di avere già in mente come sostituirla. D’altra parte – aggiunge Bucci – “il sindaco è il primo a non potersi ritenere indispensabile”.

Serafini ieri, durante la riunione di giunta a Palazzo Tursi, ha sbattuto la porta dopo un aspro scontro con Bucci. Secondo alcune fonti vicine all'amministrazione, l'addio di Serafini era nell'aria già da giorni. Da subito, peraltro, alcune posizioni della giovane assessore non erano ben viste dall'area leghista e cattolica dei colleghi in giunta. Nelle scorse settimane Serafini aveva criticato la delibera 'anti-kebab' presentata dalla collega Paola Bordilli. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe stata l'ipotesi di una collaborazione con Manuela Arata, ex presidente del Festival della Scienza, una dei 'saggi' vicini al sindaco.

Poco dopo le 11 Elisa Serafini con un lungo post sulla sua pagina Facebook ha scritto "il mio compito in questa giunta è finito", senza dare però spiegazioni dettagliate:

Serafini sostiene di aver agito “secondo coscienza e secondo coerenza”. E poi di aver “infranto veti, calpestato interessi speciali, ed è vero, ho fatto arrabbiare qualcuno” e aggiunge: “ho potuto condurre battaglie di coscienza politica, le cui cicatrici sono oggi indelebili su questa lettera”.

“Voglio ringraziare il Sindaco per la fiducia che ha scelto di darmi ogni giorno – specifica poi l’ormai ex assessore alla cultura - E chiedere scusa se, qualche volta, con le mie decisioni e posizioni “autonome”, posso aver creato dei problemi.

Il Governatore della Regione Giovanni Toti, dopo l’incontro con il primo cittadino, si è detto contrariato della scelta della Serafini:

"Credo che le dimissioni dell'assessore alla Cultura del Comune di Genova Elisa Serafini siano una scelta sbagliata, chi fa l'amministratore, non può essere egoista, deve essere necessariamente altruista" puntualizzando: "Mollare per una difficoltà sul 'Museo del Jeans'... non stavamo parlando né di privatizzazioni, né di cose che incidono sulla carne viva delle persone. E' il più grave dei gesti abbandonare una Giunta dopo aver avuto la fiducia di una parte dei cittadini e dei responsabili politici che ti hanno indicato, lo considero un gesto incomprensibile mi auguro che Serafini rifletta sul suo gesto e il sindaco Bucci vada avanti sulla sua strada con grande serenità"

Il governatore ha poi aggiunto: "mi spiace quando qualcuno fa del male a se stesso e anche a chi gli ha dato fiducia, sono scelte individuali che non incidono con la politica e non cambiano di niente la via di un'amministrazione comunale che è stata molto capace in questo anno di fare sintesi virtuosa".

Toti ha poi concluso sulle incomprensioni con la giunta di cui si sarebbe resa protagonista l'ormai ex assessore alla cultura: "Mi dispiace politicamente e umanamente per la decisione presa da Elisa. Nonostante abbia letto il suo post su Facebook, nel primo anno di amministrazione del sindaco Bucci non ci sono state all'interno della Giunta di Genova scontri o divisioni tali da giustificare una scelta simile. Non riesco a comprendere le ragioni del suo gesto, non sono dovute né ai rapporti di Serafini con il sindaco Bucci, che mi risultano ottimi e di reciproca stima. Quando ci sono idee parzialmente difformi con la Lega, ci siamo sempre seduti attorno a un tavolo e ne abbiamo sempre discusso. Una scelta come quella che ha fatto ieri lascia senza rappresentanza un pezzo della società che ci ha votato"