Ci sono solo gli addetti alla sicurezza degli impianti e i delegati che presidiano le portinerie oggi all'interno dell'Ilva di Cornigliano. Lo stabilimento è fermo per lo sciopero di 24 ore dichiarato dalle segreterie di Fiom, Fim e Uilm e dalla Rsu dopo la morte a Taranto di un operaio 28enne che lavorava per una ditta di appalto. "La rabbia contro l'ennesimo morto sul lavoro ha coinvolto tutti i dipendenti - spiega il segretario della Fiom genovese Bruno Manganaro - la riduzione dei lavoratori diretti in favore degli appalti e la messa in discussione dei diritti e del salario rende i lavoratori più ricattabili e la sicurezza sul lavoro è l'ultimo problema delle imprese".
Anche per questo secondo il segretario genovese della Fiom il confronto con Governo e Mittal non ha trovato la soluzione per Ilva: "E' il merito e la qualità del lavoro che ci divide. Tutti devono essere occupati nella stessa impresa con gli stessi diritti, con i delegati ed un sindacato presente e organizzato. Questa è la migliore prevenzione per chi pensa che la produttività e il profitto possano essere ricercati sulla pelle e la vita dei lavoratori frammentati e ricattabili".
Per la Fiom genovese occorre "difendere il lavoro e l'industria in sicurezza anche a costo di tornare in piazza come le segreterie sindacali confederali stanno annunciando in queste ore".
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