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Dopo le minacce subite da Nicchi e Rizzoli
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 "Ho appreso con sgomento, incredulità, rabbia e timore delle minacce ai vertici degli arbitri italiani, Nicchi e Rizzoli. Loro e tutti i direttori di gara, dagli internazionali a quelli che tengono in vita il calcio nei campetti di provincia, hanno la mia più sincera solidarietà".

Massimo Ferrero presidente della Sampdoria al telefono con l'Ansa si schiera senza se e senza ma con gli arbitri italiani, spesso nel vortice delle polemiche e da qualche giorno addirittura oggetto di minacce di morte. "Ho sempre detto che non c'è calcio senza arbitri, ma com'è possibile che siamo arrivati a questa situazione? Siamo l'Italia degli anni '70 nella quale avevi paura di aprire anche la casella della posta? Ha fatto bene Nicchi -dice Ferrero- a denunciare, a guardarli negli occhi quelli che minacciano il sistema. Il calcio italiano ai Mondiali sarà rappresentato solo dai nostri arbitri: sono il nostro fiore all'occhiello, un loro rappresentante merita a prescindere di dirigere un'altra finale e noi dobbiamo sostenerli, non intimorirli o contestarli.

L'arbitro è un giudice, porta in campo una vocazione, può sbagliare, perché sbagliare è umano, ma non può subire minacce di questo genere. Il terrorismo psicologico -conclude Ferrero- ha portato il nostro Paese allo sbando, sosteniamo e aiutiamo il nostro fiore all'occhiello calcistico. Senza paura e con grande coraggio uniti si vince".