cronaca

Protesta in Città Metropolitana e Regione
4 minuti e 29 secondi di lettura
Un 'no' o un 'sì' definitivo non arriverà neanche da questa giornata. Tuttavia, l'appuntamento presso la sede di Città Metropolitana di Genova Quarto, con la partecipazione di numerosi sindaci in testa a un simbolico corteo e decine di valligiani, segna una svolta per la battaglia portata avanti dalla stragrande maggioranza di una vallata che combatte perché sulle sponde dello Scrivia, presso il paese di Isola del Cantone, non nasca un biodigestore come invece proposto da Energa.

Se la politica, a più riprese, non è riuscita a stoppare l'iter con la documentazione approdata oggi verso il verdetto finale della Città Metropolitana, una pesante novità per chi vuole costruire la struttura potrebbe giungere da Rfi. Infatti le Ferrovie, coinvolte per il passaggio dei binari nei pressi del sito, non concederebbero deroghe alla fascia di rispetto prevista in 30 metri. Il capannone al centro del progetto sarebbe a 15 e questo particolare comporterebbe uno stravolgimento del progetto.

Intanto, la stessa Città Metropolitana ha chiesto a Energa documentazione più organica e meno frammentaria. La comunità valligiana sarà accolta anche in Regione dai vertici dei vari partiti. Durante l'appuntamento presso le aule di Quarto, però, momento di tensione perché all'arrivo dei consiglieri regionali Pippo Rossetti e Giovanni Lunardon gli imprenditori hanno chiesto di allontanare i manifestanti. Provvedimento negato.

"Ogni politico di qualsiasi colore ci ha garantito che il progetto sarebbe stato stoppato. E invece siamo ancora qui. Tutti danno colpa ai tecnici, ma è una vergogna", ripetono dalla comunità di Isola del Cantone.

Il percorso che non si è arrestato neppure dopo l’acquisizione dell’area al centro della struttura avvenuta in estate da parte dell’imprenditore Marcello Re. Un’apparente assurdità resa praticabile da una legge italiana indicata con il numero di 387 che parla di possibili espropri per impianti destinati alla pubblica utilità su terreni non più agricoli bensì produttivi come quello in questione. Quindi? La conferma di un impegno politico di stampo leghista per arrestare l’investimento.

Al tempo stesso, però, la sottolineatura firmata dal consigliere Simone Ferrero che il proprio ruolo non avrebbe consentito alcuna promessa se non la scrupolosa verifica di ogni atto compresi quelli forniti da Energa, il soggetto proponente. Una tesi peraltro già espressa qualche settimana fa da Ferrero attraverso una lettera inviata ai sindaci di Isola del Cantone e Arquata Scrivia. All’interno di quelle righe, l’esponente metropolitano pareva non dare eccessiva importanza all’esposto presentato dagli amministratori comunali alla Procura della Repubblica per sottolineare una serie di presunti comportamenti non regolari da parte del committente.

Intanto, Fabio Rivara dell’Associazione Isolese Ambientalista, insieme ad altri soci della realtà locale, rimarca l’esistenza di sentenze riferite a impianti simili non assoggettabili alla legge 387: “Bensì, sono compresi nel piano metropolitano dei rifiuti che, a Genova, esclude una simile soluzione. Riteniamo facciano giurisprudenza”.

A seguire le osservazioni del primo cittadino isolese, Giulio Assale: “Non vale neppure che l’ipotetico costruttore abbia dichiarato il falso arrogandosi proprietà non sue? Come gestirete due progetti differenti per il futuro dello stesso spazio? Intendo che da una parte c’è il biodigestore e dall’altra l’idea di Marcello Re, unico proprietario dei mappali in questione, intenzionato a creare lì abbancamenti e capannoni”.

'L'energia è una scusa, difendiamo lo Scrivia!', è lo striscione che hanno esposto in Consiglio regionale i comitati. I lavori dell'assemblea sono stati sospesi per un incontro tra la Conferenza dei capigruppo e i manifestanti. Assenti per impegni istituzionali gli assessori regionali all'ambiente e all'urbanistica, Giacomo Giampedrone e Marco Scajola.

Nell'audizione coi comitati contrari alla costruzione del biodigestore vicino al torrente Scrivia è emersa la volontà dell'assemblea di votare un ordine del giorno sul tema nella seduta di martedì prossimo nonostante la decisione della localizzazione dell'impianto spetti alla Città metropolitana di Genova e il parere tecnico positivo espresso dagli uffici regionali. In particolare la Lega è contraria al progetto, mentre Forza Italia ha preferito prendere tempo

"L'aula si è sempre espressa contrariamente all'impianto, ma ma la giunta Toti ha fatto ugualmente andare avanti la pratica per costruire l'opera - dichiarano i consiglieri del Pd Pippo Rossetti e Giovanni Lunardon - nonostante stamani ci sia stato un via libera bipartisan alla partecipazione dei consiglieri regionali al presidio contro il biodigestore a Genova Quarto".

 "Rfi frena il biodigestore di Isola del Cantone - intervengono i consiglieri M5S Alice Salvatore e Marco De Ferrari - Oltre ai danni enormi che provocherebbe un impianto sovradimensionato rispetto alle esigenze del territorio, oltre a trovarsi in una zona alluvionale a 70 metri dalla riva dello Scrivia e ad appena 5 metri sopra il livello di magra, ora Rfi pone un ulteriore e forse decisivo vincolo all'opera, che passerebbe troppo vicina alla ferrovia".

"Non sono bastati 3 atti, approvati all'unanimità dal consiglio regionale, a bloccare l'iter di un'opera che si annuncia pericolosa, poiché prevista in area esondabile e contro cui si oppongono sia le comunità sia le amministrazioni locali. - commenta Francesco Battistini (Rete a Sinistra/LiberaMente Liguria - L'azienda non possiede neppure il 10% dei terreni necessari alla costruzione, quindi è ovvio che si procederebbe con espropri pesantissimi".