politica

Regazzoni: "Grillini? Pd 2.0". Terrile: "Perdiamo anche a biglie"
3 minuti e 23 secondi di lettura
La critica o il silenzio. Si dividono così, su Facebook, gli esponenti liguri del Pd dopo l'ennesima bufera che investe il partito, la più grave da quando esiste. Renzi ha annunciato le dimissioni (ma non subito) e poi ha ribadito: niente accordi con Lega o M5s. "Se qualcuno del nostro partito la pensa diversamente, lo dica indirezione lunedì prossimo o nei gruppi parlamentari". 

E intanto, se da una parte Calenda annuncia che si iscriverà al Pd (pronto, secondo più voci, a correre per la segreteria), in Liguria fioccano i mal di pancia interni dopo l'incredibile débacle.

Clamoroso l'attacco di Simone Regazzoni, (ex) renziano della prima ora, che allo Speciale Elezioni su Primocanale sentenzia: "È un disastro epocale. Credo che dovremmo avere la lucidità di dire che ci troviamo di fronte al rischio della fine di un contenitore politico, che oggi è al capolinea. A questo punto la difficoltà è enorme. I grillini rischiano di essere il Pd 2.0

Poi, sul suo profilo si lancia così: "Renzi, un ex-leader che ha perso totalmente il contatto con la realtà. Il suo discorso dopo la sconfitta è un emblema di sonnambulismo politico. Non ha capito nulla di quanto accaduto. Siamo di fronte alla più grande crisi del centro-sinistra, che viene liquidata come un incidente di percorso. Si dimetta davvero, subito".

L'ex segretario genovese, Massimo Terrile, fa ironia: "Si dimette. Non si dimette. Si dimette, ma dopo il nuovo governo. Come se non fosse centrale il ruolo del segretario del Pd di qui alla formazione del governo. L'approccio alla disfatta è tutto sbagliato. È dal 2015 che perdiamo tutto, anche le gare di biglie, e forse è venuto il momento di impiegare qualche pomeriggio a domandarci seriamente il perché. La strada è lunga, e abbiamo bisogno di tutti. Ma non ci salveranno le manfrine, come non ci salveranno i gazebo". Lo dice anche un altro ex della segreteria regionale, Mario Tullo, fallita la riconferma in Parlamento: "Basta gazebo!". E condivide su Facebook vignette satiriche su Renzi.

L'europarlamentare Brando Benifei si è dimesso dalla direzione provinciale spezzina e ha messo nel mirino l'ex premier: "Matteo Renzi pospone le sue dimissioni, rinviando scelleratamente una gestione finalmente più condivisa e collegiale della difficile fase, agitando un alquanto improbabile spettro dell’inciucio col Movimento 5 Stelle, pronunciando parole poco rispettose perfino nei confronti del presidente della Repubblica laddove fa riferimento alle mancate finestre elettorali". E ancora: "Si riparte da zero a tutti i livelli, forti della nostra storia, ma con l'ansia di immaginare insieme un futuro, archiviando la stagione dei vuoti plebisciti e degli uomini soli al comando.

"Di fronte alla sconfitta più grave della storia della sinistra italiana del dopoguerra mi sarei aspettato una piena assunzione di responsabilità da parte di un segretario che, eletto con il 70% al congresso, ha potuto definire, in modo pressoché solitario, la linea politica, gli organigrammi e le candidature. Invece siamo alla ormai consueta elencazione di alibi e all’individuazione di responsabilità esterne". A parlare qui è un ex ministro, lo spezzino Andrea Orlando, che rientra in Parlamento senza neppure passare dalla Liguria. "Noi siamo, tanto quanto Renzi, contro i caminetti - chiude - ma anche contro i bunker. Un altro spezzino, Massimo Caleo, ha annunciato che tornerà a fare l'insegnante. 

D'altra parte è folta la schiera di chi è rimasto in silenzio dopo la batosta elettorale. L'ex ministra Roberta Pinotti, arrivata terza a Genova ma paracadutata in Piemonte, non scrive nulla dal 2 marzo. Un altro che non parla è Pippo Rossetti, che non aveva neppure il salvagente. Zero segnali da Alberto Pandolfo, l'erede di Terrile. La ultra-renziana Lella Paita, pronta alla sua prima legislatura, scrive invece per rimarcare la linea del leader, prendendo a pretesto "le posizioni del Movimento 5 Stelle sul Terzo Valico", le quali "chiariscono perché allearsi coi grillini sia impossibile".