Il pm Massimo Terrile ha chiesto il rinvio a giudizio per 19 ex consiglieri regionali dei gruppi Forza Italia, Pd, Verdi e Alleanza Nazionale nell'ambito dell'inchiesta sulle cosiddette spese pazze in Regione Liguria. Le accuse sono per tutti di peculato per avere usato fondi pubblici per spese non istituzionali nella legislatura 2005-2010.
Il pm ha chiesto il rinvio a giudizio per Matteo Rosso, unico ancora in Consiglio regionale, oggi esponente di Fratelli d'Italia, allora con Forza Italia. Insieme a lui, per Fi, è stato chiesto il giudizio per Franco Orsi, Gabriele Saldo, Gino Garibaldi, Luigi Morgillo e Pietro Oliva mentre è stata chiesta l'archiviazione per Graziano Falciani. Per quanto riguarda il Partito Democratico, il magistrato ha chiesto il rinvio a giudizio per Vito Vattuone, ora segretario regionale e candidato alle prossime elezioni politiche nel collegio proporzionale per il Senato in Liguria, Michele Boffa, Luigi Cola, Nino Miceli, Ezio Chiesa, Moreno Veschi e Minella Mosca, mentre è stata chiesta l'archiviazione per Lorenzo Basso. Per i Verdi risultano coinvolti nell'inchiesta Cristina Morelli e Carlo Vasconi, mentre per Rifondazione comunista Giacomo Conti e Vincenzo Nesci. Infine per l'allora Alleanza Nazionale Gianni Plinio (adesso passato a Casapound) e Alessio Saso.
Sono poco più di 4 mila euro le spese contestate a Vito Vattuone. "Vattuone - spiega il suo legale, l'avvocato Massimo Boggio - per un anno non era nemmeno consigliere. Inoltre, e lo abbiamo anche spiegato al sostituto procuratore Massimo Terrile, che quanto gli è stato contestato non è nemmeno riconducibile a lui. Non ci sono ricevute della carta di credito di Vattuone e nemmeno ricevute. Ci sono solo scontrini che potrebbero essere riferiti a chiunque". Secondo l'accusa, i consiglieri si sarebbero fatti rimborsare decine di migliaia di euro per spese di rappresentanza che però agli occhi degli inquirenti sarebbero state in realtà personali.
"Le cravatte di Finollo mi ricordo che me le regalò per due, tre volte a Natale il consigliere Matteo Rosso. Me lo ricordo perché io personalmente non le avrei mai comprate". Lo ha detto l'ex ministro dell'Interno Claudio Scajola, sentito come teste della difesa nel corso del processo sulle cosiddette spese pazze in Regione Liguria per le quali sono imputati 22 tra ex e attuali consiglieri regionali. "Le mie preferite - ha detto Scajola sempre riferendosi alle cravatte - erano quelle di Marinella, che mi regalava il presidente Silvio Berlusconi. I regali ricevuti dal consigliere nella sua veste istituzionale, erano tutti accompagnati da biglietti di auguri". Secondo il procuratore Francesco Pinto, i consiglieri di vari partiti avrebbero speso soldi pubblici in cene, viaggi, gite al luna park, birre, gratta e vinci, ostriche, fiori e biscottini. In alcuni casi, per gli inquirenti, venivano consegnate ricevute dimenticate da ignari avventori. In altri venivano modificati gli importi a mano. Tra gli imputati ci sono l'attuale assessore allo Sviluppo Edoardo Rixi e il presidente del consiglio regionale Francesco Bruzzone, entrambi candidati alle prossime elezioni.
Per quella legislatura sono già state rinviate a giudizio 13 persone di vari schieramenti: per il centrodestra, allora all'opposizione, l'attuale presidente del consiglio regionale Francesco Bruzzone (Lega), Sandro Biasotti (deputato e attuale coordinatore di FI in Liguria), Nicola Abbundo, Angelo Barbero, Fabio Broglia, Giovanni Macchiavello, Matteo Marcenaro, Luigi Patrone e Franco Rocca, attuale sindaco di Zoagli. Poi Tirreno Bianchi, Rosario Monteleone (Udc), Carmen Patrizia Muratore e Giovanni Battista Pittaluga del centrosinistra. Sempre per la legislatura 2005-2010 sono già stati condannati la nuora di Mastella Roberta Gasco (Udeur), Lorenzo Castè (Prc) e Franco Bonello (Unione a sinistra).
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Spese pazze in Regione Liguria, chiesti altri rinvii a giudizio: c'è anche Vattuone
Coinvolti Forza Italia, Pd, Verdi e An
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