Cronaca

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Via gli ospedali di Imperia, Sanremo e Bordighera. Ma anche quelli di Voltri, Sestri Ponente, Sampierdarena e Pontedecimo. E nello spezzino il Sant’Andrea e il Filettino. Nove storici ospedali liguri sono destinati a chiudere o a essere riconvertiti nell’arco di breve tempo, per lasciare spazio a tre nuove grandi strutture: l’ospedale unico di Imperia (che potrebbe sorgere nella zona di Arma di Taggia), quello del ponente genovese (A Cornigliano o agli Erzelli, deciderà il comune) e quello della Spezia. Saranno tutti sede di Dea, ovvero dipartimenti di emergenza avanzata. Sono le linee guida del piano di edilizia sanitaria approvato dalla giunta regionale. Tra le novità annunciate anche la costruzione di un secondo monoblocco all’interno del San Martino per le attività chirurgiche, liberando parte dell’attuale monoblocco e dei padiglioni, dove troverebbero spazio tutte le attività che oggi sono fuori dalla cinta del San Martino. Novità anche per il Galliera: è infatti prevista la costruzione del nuovo ospedale (450 posti letto su un’area di 25 mila metri quadrati) adiacente a quello attuale, che verrebbe così dimesso. Linee destinate a far discutere come successo sino ad oggi, quando erano ancora solo ipotesi. “Con questo programma straordinario –ha spiegato l’assessore regionale alla sanità Montaldo– vogliamo lanciare uno sguardo lungo sul futuro, programmando cinque nuovi ospedali che possano diventare nei prossimi decenni strutture portanti della sanità ligure”. Ma la chiusura di certe strutture territoriali porterà a feroci proteste da parte delle comunità locali. L’idea è quella di trasformarle in Palazzi della Salute, ambulatori o presidi con i servizi minimi. Per gestire la transizione, in attesa della costruzione dei nuovi nosocomi, è stato previsto uno stanziamento di 64 milioni di euro per interventi di completamento della rete territoriale. (Davide Lentini)