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Stasera la direzione nazionale del partito
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Raffaella Paita e Franco Vazio alla Camera. Vito Vattuone al Senato. Sono i nomi dei capilista individuati dal Partito Democratico per le prossime elezioni del 4 marzo. La direzione nazionale del Pd dovrebbe ratificare le liste a breve, ma la tensione è altissima.

Con queste premesse potrebbero non esserci genovesi in posizioni eleggibili. E per questa ragione un gruppo di dirigenti locali ha deciso di organizzare una riunione e inviare un documento di critica alla direzione del partito: "Viene negata la rappresentatività alla federazione di Genova e al pluralismo interno” è la motivazione che ha fatto scattare l’iniziativa, convocata da Alessandro Terrile, ex segretario provinciale.

La spezzina Paita, l’albenganese Vazio e il segretario Vattuone (di Casarza Ligure), tutti renziani, avrebbero le posizioni che contano nel proporzionale, mentre i ministri uscenti Orlando e Pinotti sarebbero candidati in altre regioni. A guidare la rivolta sono soprattutto gli orlandiani, ma potrebbero prendere parte alla riunione anche esponenti genovesi di area renziana che non condividono la scelta di escludere i genovesi.

"Questa è fedeltà alle consorterie, alle bande, c'è qualcuno che è fedele a qualcun altro, l'obbedienza è premiata rispetto alla capacità. Con questa lista andremo incontro all'ennesima sconfitta - attacca Terrile ai microfoni di Primocanale - vogliamo siano inseriti candidati riconosciuti dai cittadini. Ma la spia che ci fa capire come sono state fatte queste liste è proprio che non ci sono genovesi. È il ragionamento che sta facendo il centrodestra". 

Un gruppo di orlandiani si è riunito in sede a Genova per valutare cosa fare. Alcuni faticano a immaginare "di fare campagna elettorale in questi termini", qualcuno addirittura non andrà a votare. In sede c'erano tra gli altri Terrile, il consigliere regionale Giovanni Lunardon, i parlamentari uscenti Mario Tullo, Lorenzo Basso, Mara Carocci, l'europarlamentare Renata Briano.

"Abbiamo sempre avuto un atteggiamento di grande responsabilità anche dopo sconfitte cocenti - spiega uno dei partecipanti - ma abbiamo evidentemente sbagliato". "Siamo arrabbiati - afferma un altro - perchè a quanto sembra non ci sarà neppure un esponente della minoranza, quella che comunque parla al mondo più deluso del Pd, ma soprattutto perchè per la prima volta Genova potrebbe non avere un candidato in grado di essere eletto".

"Chiediamo che venga riconosciuta alla Federazione di Genova almeno una posizione di capolista nell'ambito dei collegi plurinominali della Liguria, al netto delle figure nazionali - spiega il segretario genovese Pandolfo - Questo in virtù del peso demografico, sociale, economico, politico ed elettorale del territorio corrispondente alla Federazione provinciale Pd di Genova dove vive quasi la metà della popolazione ligure".