salute e medicina

Per le donne a rischio tra i 35 e i 69 anni
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Il cancro della mammella è la neoplasia più frequentemente diagnosticata tra le donne sia nella fascia d’età 0-49 anni (41%), sia nella fascia d’età 50-69 anni (35%), sia in quella più anziana ≥70 anni (21%).

Lo scorso 7 dicembre sono state approvate da AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) le richieste di inserimento nella legge 96, n°648 dei farmaci Raloxifene e Tamoxifene con indicazioni diverse da quelle precedentemente autorizzate grazie alla ricerca del Galliera.
Il Raloxifene, infatti, è da sempre utilizzato nella prevenzione e nel trattamento dell'osteoporosi post-menopausale per ridurre il rischio di frattura vertebrale, mentre il Tamoxifene nel trattamento del carcinoma della mammella.

Il Prof. Andrea De Censi, primario della Struttura Complessa di Oncologia Medica del Galliera di Genova, avvalendosi della collaborazione di due farmaciste contrattiste con la passione per la ricerca (Dott.ssa Alessia Cesario e Dott.ssa Silvia Noonan), ha sviluppato un dossier clinico che ha portato la Commissione tecnico scientifica di AIFA ad approvare l’uso dei due farmaci fuori indicazione per la prevenzione del carcinoma mammario per le donne di età compresa tra i 35 ed i 69 anni in pre e post-menopausa considerate ad alto rischio di insorgenza di cancro al seno secondo il modello di Gail e Tyrer Cuzick.
Si tratta di modelli di rischio basati sull’età, la familiarità di primo grado per carcinoma mammario, l’età al primo figlio e la presenza di biopsie per patologia benigna.

L’inserimento delle nuove indicazioni ha permesso l’erogazione di questi farmaci a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) sulla base della qualità delle evidenze scientifiche presentate.

“Si tratta del primo esempio di Paese Europeo dopo la Gran Bretagna e il Nord America dove questi due farmaci verranno dispensati a totale carico del SSN e non più considerati fuori indicazione in ambito preventivo nel cancro alla mammella” - afferma De Censi - Questa opportunità ha una notevole rilevanza in quanto offre a queste donne nuovi approcci terapeutici efficaci a basso costo. Per cui in un’ottica di spending review, stimando che ogni anno in Italia si registrano 35.000 nuovi casi di tumore al seno, l’utilizzo di questi farmaci può portare ad una riduzione del 40%, corrispondenti a 14.000 casi in meno in Italia determinando così un notevole beneficio di sanità pubblica ed il contenimento della spesa sanitaria nazionale".