L’amputazione d’arto è un intervento estremo, che segna negativamente la prognosi del paziente; la sopravvivenza è tanto più ridotta nel tempo quanto più esteso è stato l’intervento demolitivo.I costi derivati dalla gestione dei pazienti amputati rappresentano una voce importante della spesa sanitaria; negli Stati Uniti, la spesa annua per questa problematica è pari a circa 10 miliardi di dollari.
La possibilità di prevenire quantomeno le amputazioni maggiori è quindi un obiettivo importante nella politica sanitaria di ogni Paese.
Gran parte del successo dipende dalla possibilità di ripristinare un adeguato flusso a livello del circolo arterioso dei vasi sotto il ginocchio. Quanto più è tempestiva la diagnosi tanto più alta è la possibilità di conseguire un trattamento efficace. Tale trattamento è prevalentemente eseguito per via percutanea, o mini invasiva, grazie all’interventistica vascolare, tecnica che ha sviluppato nel corso degli anni un’esperienza e una competenza tanto più forti grazie alla progressiva immissione sul mercato di materiali dedicati; è così ora possibile sfruttare accessi vascolari sempre più piccoli, anche a livello del piede, permettendo spesso di arrivare a trattare anche le porzioni più periferiche del circolo arterioso con successo, brevi tempi di degenza e poche difficoltà nel caso il trattamento dovesse esser ripetuto nel tempo.
*Dr. Paolo Pantaleo - Responsabile U.O. Cardiologia e del Laboratorio di interventistica cardiovascolare ICLAS Rapallo
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