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“Noi per l’Italia” vuole catapultare Cesa
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 Il disegno delle candidature per le elezioni del 4 marzo che Toti aveva preparato era concordato con tutte le forze politiche del centro destra ligure. L’abilità del governatore nella gestione dei rapporti politici sul territorio aveva consentito di mettere a punto una squadra di candidati per l'uninominale forti, radicati sul territorio, anche ottenendo sacrifici (come quello di Fratelli d’Italia, disponibile a farsi da parte nei collegi uninominali): per la Camera sono pronti a scendere in campo Marco Scajola a Imperia, Ilaria Cavo a Genova. Per il Senato Sandro Biasotti nel collegio del capoluogo ligure.

Alla Lega e a Rixi il collegio sicuro del Tigullio per Montecitorio. A Noi per l’Italia spetterebbe La Spezia dove poteva essere candidato Andrea Costa, altro nome forte e spendibile nell’estremo levante ligure. Gli altri candidati alla Lega, con la squadra che potrebbe completarsi così: Alessio Piana destinato al ponente genovese. Sara Foscolo nel collegio savonese. E per il Senato Stefania Pucciarelli a levante, Paolo Ripamonti a ponente.



Da Roma però la ripartizione dei collegi uninominali prevedeva un collegio considerato “sicuro” al gruppo di “Noi per l’Italia”. Non lo è quello della Spezia (dove tra l’altro dovrebbe correre il Ministro Orlando per il Pd, con i Stelle che i sondaggi danno a livelli molto alti). Ed è così che il pacchetto Toti rischia di saltare. I centristi chiedono che il collegio di Imperia vada all’ex Udc Cesa, un supercatapultato, che potrebbe mettere a rischio la conquista del seggio (in teoria) blindato per il centro destra. O in alternativa il collegio del Tigullio che però reclama la Lega.



Se il pacchetto di Toti dovesse saltare, anche Fratelli d’Italia tornerebbe in campo per chiedere un seggio (di fatto questo passaggio c’è già stato con il vicesindaco Balleari pronto a scendere in campo). E fino a domenica sera tutti i pezzi del puzzle già sistemati sarebbero in discussione. Il governatore ha già contestato l’ipotesi di un paracadutato sull’uninominale, ma la partita resta aperta.


Le malelingue imperiesi sospettano che dietro all’operazione Cesa che potrebbe far saltare la candidatura di Marco Scajola ci sia l’ombra dello zio Claudio, da mesi in rotta con il nipote. L’ex Ministro vorrebbe candidarsi a sindaco di Imperia. Ma il centro destra di Toti, della lega e di fratelli d’Italia ha idee completamente diverse per riconquistare il comune perso 5 anni fa. Intanto Claudio Scajola mantiene rapporti romani piuttosto forti, con alcuni berlusconiani, ma anche con gli ex UDC, i centristi e quei gruppi che ora chiedono di paracadutare un candidato che sarebbe a dir poco maldigerito da gran parte del centro destra imperiese. Solo sospetti e malelingue? Forse, ma il teorema sta in piedi.