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Il presidente ligure a Primocanale: "La situazione volge al sereno"
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"Oggi Carige ha superato tutti gli inquinamenti portati in passato dalla politica che hanno causato il disastro cui parzialmente si rimedia con questa operazione. Non saranno tutte rose e fiori, ma è una banca che viene salvata da capitale ligure, senza intervento dello Stato, con la fiducia delle famiglie più importanti. È un esempio virtuoso di salvataggio di una banca, se di salvataggio si può parlare, rispetto a casi come Banca Etruria e Mps. Carige dà un segnale positivo per il futuro".

Lo ha detto il presidente ligure Giovanni Toti a 'Spritz', su Primocanale, nel giorno in cui l'amminstratore delegato di Banca Carige, Paolo Fiorentino, ha risposto alle domande sull'aumento di capitale appena partito. Il governatore ne condivide l'ottimismo: "Penso sia stato fatto un buon lavoro. Il nocciolo degli azionisti ha confermato il proprio interesse per la banca e anzi, la maggior parte di loro ha aumentato il proprio impegno finanziario sull'istituto, segno che ci credono. Il consorzio di garanzia ha preso atto che gli azionisti ci credevano e anch'essi hanno deciso di partecipare. Penso che anche i piccoli azionisti, che per anni hanno seguito con affetto e fiducia la banca, sottoscriveranno l'aumento di capitale necessario". 

"La situazione volge al sereno - prosegue Toti - Dopodiché c'è da fare un grande lavoro per far tornare la Carige una banca effettivamente di stimolo per il territorio, che sia di sostegno a quelle piccolissime e piccole imprese che sono il tessuto economico della Liguria e che sono state penalizzate dai criteri di Basilea adottati dall'Europa per regolare il sistema creditizio. Il lavoro è ancora lungo, c'è da rimboccarsi le maniche. Ma la Liguria ha dimostrato di tenere alla sua banca e di tenere come sistema". 

Sulla necessità di nuovi investitori, il presidente frena: "Avere un nocciolo di azionisti fortemente legati al territorio - Malacalza, Spinelli, Volpi - dimostra che un pezzo di economia rilevante della Liguria crede nella sua banca. L'ad Fiorentino ha gestito con grande equilibrio i rapporti tra gli azionisti storici e i grandi azionisti delle banche. Soprattutto Carige ha una liquidità di medio periodo tranquillizzante e un patrimonio immobiliare importante, con un piano di dismissione che aumenterà ulteriormente il capitale".