
I due ufficiali parlano parecchio dentro la cabina in cui erano state sistemate delle microspie. "Se è caduto da lì - si sente nelle registrazioni - è possibile che sia stato risucchiato dall'elica" dice uno dei due marittimi indicando, secondo l'accusa, il punto della balaustra da cui avrebbero gettato il corpo.
E, ancora: "La fuliggine con l'acqua è come l'acido solforico, elimina tutto", sostengono a proposito delle macchie da trascinamento trovate dal ponte quattro al ponte uno. Per il gip, che ha disposto la custodia in carcere, ci sarebbe un pericolo di inquinamento delle prove, ma anche un rischio di fuga. I due ufficiali, infine, "in relazione alla gravità dei fatti - scrive il giudice - hanno una personalità assolutamente priva di scrupoli e violenta".
Ci sono poi le versioni modificate rilasciate agli inquirenti e alla compagnia di navigazione, ma anche gli accordi che entrambi prendono prima dei nuovi interrogatori sugli orari e sulle versioni da fornire agli inquirenti. A inguaiarli anche le testimonianze di un collega che dice come Savinykh sia comparso alle 6.40 del 20 ottobre dopo che tutto l'equipaggio si era messo a cercare il capitano.
Savinykh, racconta il testimone, è irreperibile durante le prime ricerche e arriva in sala macchine molto dopo le 6 del mattino agitato, sudato e affaticato "come se avesse fatto uno sforzo fisico". Ci sono poi le tracce di sangue trovate sia nella cabina del comandante che in quella di uno dei due sottoposti. E la maglietta del capitano sporca di sangue e fuliggine trovata sulle scale "incompatibile con un allontanamento volontario o con una caduta accidentale".
IL COMMENTO
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