 Un paio di baracche fatiscenti, una tenda, cianfrusaglie e poco altro. Certo non è un vero campo nomadi ma anche quello che c'era prima dello sgombero di maggio sarà partito così. Siamo sempre a Bolzaneto, in via Bruzzo, dove i torrenti Secca e Verde formano il Polcevera. Affacciata sull'alveo è tornata a vivere qui una famiglia di nomadi.
                    
                    Un paio di baracche fatiscenti, una tenda, cianfrusaglie e poco altro. Certo non è un vero campo nomadi ma anche quello che c'era prima dello sgombero di maggio sarà partito così. Siamo sempre a Bolzaneto, in via Bruzzo, dove i torrenti Secca e Verde formano il Polcevera. Affacciata sull'alveo è tornata a vivere qui una famiglia di nomadi.L'area è ben nascosta perché in quel punto la strada entra nel sottopasso della ferrovia. Ma a impedire l'accesso c'è solo una pila di massi e blocchi di cemento, facilmente aggirabile a piedi. Qui il Comune aveva smantellato sei mesi fa una vera baraccopoli, diventata nel tempo insostenibile soprattutto per la pericolosa quantità di spazzatura buttata nel greto del Polcevera. Ora ci sono i nuovi inquilini, tra cui forse un bambino, come farebbe pensare un passeggino abbandonato nei pressi.
L'assessore Garassino aveva annunciato il pugno di ferro contro gli abusivi. Lunedì ci sarà un coordinamento in municipio per affrontare la questione. Presto anche un nuovo regolamento che prevede campi nomadi a rotazione e caparre da pagare al Comune per l'utilizzo delle strutture. Ma intanto la favela di Bolzaneto, o almeno un suo embrione, è tornata lì dov'era.
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