politica

Il commento
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Dal segretario dimissionario del Pd genovese Alessandro Terrile riceviamo e pubblichiamo.

Il sindaco di Genova Bucci, il presidente di Regione Liguria Toti, l'assessore regionale Edoardo Rixi e il Presidente dell'Autorità portuale di Genova-Savona Signorini vanno a Ginevra ad incontrare Aponte, il proprietario di MSC.

Ci vanno su un aereo privato pilotato dal proprietario di Erg, e si portano anche il terminalista Aldo Spinelli.

Spinelli è lo stesso che a maggio 2017 ha ottenuto da Signorini la proroga della concessione per il proprio terminal fino al 2054, senza gara.
Aponte è lo stesso che sta per comprare il 49% del terminal Messina. E che insieme a Spinelli ha recentemente rilevato l'80% del Terminal Rinfuse, chiedendo a Signorini la proroga della concessione per 50 anni, senza gara.
Sarebbe forse più utile per il Porto di Genova-Savona avviare una riflessione di orizzonte e rispondere ad alcuni interrogativi.

Con la piattaforma Maersk di Vado e il riempimento di Calata Bettolo (sempre in concessione ad Aponte) servono davvero nuovi spazi per i container nel porto di Genova?

Ha senso rinunciare alle rinfuse, temporeggiare sul destino di Ente Bacini e sugli ulteriori spazi necessari alle riparazioni navali, e concentrarsi solo su contenitori e crociere?

La diversificazione delle merci e delle attività portuali non è stata in questi decenni una delle ragioni del primato del nostro porto?

Infine, perché chiediamo – legittimamente – ai gestori degli stabilimenti balneari di sottoporsi a gara, e invece continuiamo a prorogare senza gara le concessioni ai terminalisti portuali?

Tutti a ripetere che dobbiamo attrarre a Genova investimenti e nuovi imprenditori, ma non sarà che senza trasparenza e concorrenza alla fine non verrà nessuno?

Rispetto a questi interrogativi la politica genovese e ligure oggi vola, ma vola più basso. Il presidente dell’Autorità portuale e i vertici di due dei quattro enti che siedono nel Comitato di Gestione del Porto programmano il futuro dello scalo più grande d'Italia su un jet privato, con qualche imprenditore amico.