cronaca

Salvini: "Domenica a Pontida faremo scelte storiche"
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"La Lega di oggi, quella del nostro segretario Salvini, è distante anni luce da quella degli ancora presunti reati di cui oggi ci troviamo a pagare il conto". Così il segretario regionale della Lega Nord in Liguria Edoardo Rixi taglia nettamente col passato e difende l'attuale segretario nazionale Matteo Salvini. Il tuttom poche ore dopo la decisione del Tribunale di Genova che ha autorizzato il sequestro e il blocco di 48 milioni e 900 mila euro. Stop ai conti del partito in diverse città tra cui anche Sanremo e Imperia. 
 


"Domenica a Pontida saremo ancora più numerosi del previsto - prosegue Rixi - ci possono bloccare i conti, ma non fermeranno la nostra voglia di cambiare questo Paese. Il popolo della Lega, in Liguria come nelle altre regioni, ha sempre dimostrato di saper vincere le battaglie più difficili senza paura anche rinnovandosi al proprio interno. E l'attività sul territorio "va avanti - ha concluso Rixi -, le sezioni restano aperte".


IL PROCESSO

Il blocco ai conti ha origine dalla condanna di Umberto Bossi e dell'ex tesoriere, il genovese Francesco Belsito, per truffa ai danni del Parlamento legata all'ottenimento di rimborsi pubblici che in realtà non erano riconducibili ad attività politica. La vicenda riguarda la maxi truffa sui rimborsi elettorali relativa agli anni compresi tra il  2008 e il 2010. Bossi era stato condannato a due anni e sei mesi e Belsito a quattro anni e dieci mesi, oltre ai tre ex revisori contabili Diego Sanavio, Antonio Turci e Stefano Aldovisi (con pene dai due anni e otto mesi a un anno e nove mesi) e i due imprenditori Stefano Bonet e Paolo Scala (cinque anni). Secondo l'accusa, i vertici del partito avrebbero ottenuto i rimborsi elettorali con documentazioni artefatte, fondi che poi sarebbero stati utilizzati in gran parte per spese non istituzionali.




LA REAZIONE DI SALVINI

"Domenica a Pontida faremo scelte impegnative, che non si ricordano nella storia del Dopoguerra"
questa la reazione del segretario della Lega Matteo Salvini all'indomani del sequestro cautelativo dei fondi della Lega deciso dal Tribunale di Genova. "Non si può permettere che in uno Stato di diritto - prosegue Salvini - qualcuno venga imbavagliato. Senza uno straccio di foglio in mano bloccano un partito, su decisione di un singolo giudice. Ma neanche in Turchia...Sembra di essere su Scherzi a Parte, ormai siamo alla follia - ha proseguito il leader del Carroccio -. Per la scelta politica di un singolo giudice ci sono milioni di persone che rischiano di stare senza voce né rappresentanza. Qui siamo alle toghe ultra-rosse. Venite domenica a Pontida, sarà una giornata molto particolare". 


E' lo stesso Salvini poi ad annunciare che la questione proseguirà attraverso le carte bollate: "Faremo ricorso contro questo attacco politico. Non solo come segretario della Lega, lo faranno anche le migliaia di cittadini che hanno volontariamente donato alla Lega. Sono sicuro che ci daranno ragione, spero non troppo tardi". E sul fatto di non aver costituito la Lega parte civile nel processo Salvini precisa: "Contavamo che in Italia ci fosse giustizia, ci ritenevamo parte lesa. In Appello agiremo come Lega.


LE MOTIVAZIONI DEI GIUDICI

Secondo i giudici del tribunale di Genova esisteva il rischio concreto che un ritardo nell'attuazione del sequestro potesse di fatto compromettere il recupero delle somme dovute
. "Considerando da un lato l'entità rilevante della somma oggetto di confisca – si legge in una nota dei giudici -, e quindi del presente provvedimento di sequestro, e dall'altro la diminuzione delle entrate e il depauperamento del patrimonio del movimento, documentato dalle stesse difese, si ritiene ad ogni buon conto esistente anche il requisito del periculum in mora. E' pacifico che la Lega Nord abbia percepito il profitto dei reati commessi dai suoi rappresentanti Bossi e Belsito, con il concorso di Aldovisi Turci e Sanavio (ex revisori contabili del Carroccio)" e che tale profitto, costituito da somme erogate come rimborso elettorale, "sia costituito da bene fungibile e aggredibile indipendentemente dalla prova del nesso pertinenziale diretto con il reato".

Il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi all'indomani del sequestro cautelativo dei fondi della Lega deciso dal Tribunale di Genova precisa."Quello emesso dal tribunale è un sequestro preventivo provvisorio. Se la sentenza di condanna di primo grado dovesse essere ribaltata in appello o in Cassazione, i soldi verranno restituiti. Abbiamo il massimo rispetto per la Lega e per tutti i partiti. Ma noi non abbiamo messo in atto nessun attentato alla Costituzione, anzi è stata intrapresa una azione a tutela del Parlamento". "Camera e Senato - spiega Cozzi - si sono costituiti parte civile nel processo per avere risarcito un danno derivante dalla erogazione di contribuiti che non dovevano essere dati perché fondati su bilanci non corretti. Noi abbiamo agito a tutela del Parlamento. - conclude Cozzi - I processi che questo ufficio manda avanti dimostrano che non si guarda in faccia a nessuno e, tantomeno, a nessun colore politico".



LE REAZIONI DEL MONDO DELLA POLITICA

L'ex premier Matteo Renzi ha colto l'occasione per affondare il colpo contro la Lega:
"Pensate a come sta messo il centrodestra: tutti i giorni la Lega fa la morale a Roma ladrona ma nessuno che dica che c'è un partito che ha rubato i soldi del contribuente. La Lega deve dare 48 milioni di euro".

Immediata la replica del leader del Carroccio: "Secondo Renzi, la Lega e alcuni milioni di italiani, sono colpevoli di aver rubato. Si vergogni. Un partito che si definisce democratico non si cura di quanto dice la Costituzione. Certo, faremo ricorso - aggiunge Salvini - ma con i tempi della giustizia italiana dovro' attendere un anno. E nel frattempo sto qui a guardar le stelle". 

Solidale con Salvini è Francesco Storace (Mns) che critica le parole dell'ex presidente del Consiglio: "Renzi è un povero bugiardo arrivato alla fine del suo percorso che ha perso ormai ogni consenso. Fatemi capire. Un giudice contesta 400 o 600mila euro a Bossi e pretendono 48 milioni da Salvini? E Renzi ha pure il coraggio di comiziare?".

"Sembra di essere in Turchia, la nostra capitale non è più Roma ma Ankara" ha riferito il segretario provinciale della Lega a Imperia Giulio Ambrosini

La Lega si prende i soldi pubblici e poi si lamenta perché dice "abbiamo tutti quanti contro". Questo è il mondo alla rovescia". Lo dice il deputato M5s Alessandro Di Battista. D'accordo anche  il vicepresidente M5s della Camera, Luigi Di Maio: "La Lega Nord prima parlava di Roma ladrona e ora urla al complotto: abbiamo almeno la decenza di restituire i soldi".

"Non entro nel merito. Ho le mie personali convinzioni e la conoscenza anche di tutto quello che è avvenuto: penso sia un danno grave per noi, ma sono convinto che la Lega è un grande partito e saprà reagire". ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, ex segretario della Lega Nord, interpellato sul congelamento dei conti del suo partito dopo la condanna in primo grado di Umberto Bossi. Maroni non ha voluto commentare la decisione della Lega di non costituirsi a suo tempo parte civile nel procedimento di Genova. 

Il deputato di Direzione Italia Daniele Capezzone parla invece dei principi della Costituzione da tutelare e che rischiano, a suo dire, di essere lesi dalla decisione del Tribunale di Genova: "Nella vicenda che colpisce oggi la Lega Nord sono in gioco - e a mio avviso sono gravemente colpiti - due principi costituzionali. Il primo è che la responsabilità penale è personale. Il secondo è il principio di presunzione di innocenza fino a sentenza di terzo grado. So bene - continua Capezzone - che alcune leggi italiane consentono misure di questo tipo, e che altre volte sono purtroppo già state applicate in Italia, anche con il plauso poco lungimirante di numerose forze parlamentari. Ma ciò non toglie che quelle norme restino illiberali, e che la loro applicazione sia spesso discrezionale. Non è in gioco la sorte di un soggetto politico, ma il rispetto di punti fermi di civiltà giuridica che dovrebbero stare a cuore a chiunque ami libertà e democrazia", conclude Capezzone.

Una difesa nei confronti dell'operato della magistratutra arriva dal presidente del Senato Pietro Grasso che tiene a sottolineare che la questione non è di pertinenza politica: "La vicenda dei 48 milioni di euro al cui pagamento è stata condannata la Lega Nord è un problema che trascende la politica. Si tratta di eseguire sentenze della magistratura, se le sentenze della magistratura sono un attacco lo lascio giudicare ai cittadini". 


La deputata FI Michaela Biancofiore esprime la sua "solidarietà umana e politica ai colleghi e alleati della Lega Nord, ai quali ci unisce un lungo cammino comune fin dal 1994. La finalità politica, con il preventivo sequestro di soldi e beni mai accaduto in precedenza alla Lega Nord che non ha ancora raggiunto il previsto terzo grado di giudizio, è chiara e vuole colpire l'intero centrodestra che è maggioritario nel Paese e si accinge a vincere le elezioni politiche nazionali".