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Su primocanale.it la diretta della presentazione
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E' stato presentato questa mattina in conferenza a Milano il nuovo piano industriale per il triennio 2017-2020 di Banca Carige. E' stato l'amministratore delegato Paolo Fiorentino a presentare il piano. Presenti anche il vicepresidente e azionista di maggioranza Vittorio Malacalza e il Cfo della Banca Andrea Soro. 


Il nuovo piano industriale di Banca Carige 2017-2020 prevede la riduzione di circa mille dipendenti e la chiusura di circa 120 filiali. Si tratta di circa il 20% del personale e del 20% degli sportelli dell'istituto ligure. L'obiettivo è una riduzione del 23% dei costi operativi al 2020. Aumentati di conseguenza i tagli di oltre il 100% rispetto a quelli previsti nel piano di febbraio dall'ex amministratore Guido Bastianini. 


Nel nuovo piano è previsto un rafforzamento patrimoniale superiore al miliardo di euro
attraverso l'aumento di capitale da 560 milioni di euro e un beneficio di altri 480 milioni derivante dall'operazione di Lme (conversione di bond subordinati in bond senior) e dalla cessione di asset, misure che serviranno a sostenere le azioni di pulizia del portafoglio crediti.


La tempistica del rafforzamento patrimoniale da un miliardo di Banca Carige prevede che la conversione dei bond subordinati in bond senior (Lme) avvenga a ottobre e l'aumento di capitale da 560 milioni entro la fine del 2017. Le cessioni, che avranno un beneficio di circa 200 milioni sul patrimonio, verranno chiuse tra la fine del 2017 e l'inizio del 2018.


Tra gli obiettivi del nuovo piano anche la riduzione del 54% delle Npe (esposizioni non performanti) già a fine 2018 per salire al 58% al 2020. Prevista dunque la cartolarizzazione di due pacchetti di sofferenze, una da 940 milioni e una da 1,4 miliardi, a cui si aggiungerà la cessione di 500 milioni di inadempienze probabili (utp) nel 2018. L'obiettivo della Banca è ridurre il portafoglio crediti deteriorati dai 7,3 miliardi del 2016 ai 3,4 miliardi al 2018, anche attraverso "un approccio proattivo" nel recupero crediti.

L'amminsitratore delegato di Carige Paolo Fiorentino a conclusione della presentazione ha commentato le misure e gli obiettivi previsti nel nuovo piano: "Si tratta di un rafforzamento patrimoniale che passa attraverso la cessione di alcuni asset, l’aumento di capitale e la ristrutturazione dei debiti, ma non solo è prevista anche una rivisitazione complessiva del nostro portafogli rischi, con una pulizia totale delle eredità del passato. Vogliamo rafforzarci per pulire. Solo in questo modo possiamo iniziare a correre. Ma mentre corriamo dobbiamo anche dimagrire".

"Il nuovo piano - prosegue Fiorentino - prevede interventi sui dipendenti e sulle filiali ma gestiremo tutto in modo responsabile: attiveremo i meccanismi tipici dell’industria, come esodi incentivati verso la pensione, fondi di solidarietà e lavoreremo anche su cambi di perimetro con la possibilità anche che alcuni dipendenti vengano spostati in società non appartenenti al gruppo. Contiamo di fare tutto con grande senso di responsabilità e con lo stesso atteggiamento ci confronteremo con i sindacati" ha concluso Fiorentino.


Il vicepresidnte e socio di maggioranza Vittorio Malacalca, alla domanda di come giudica questo nuovo piano risponde: “Bene, altrimenti non lo avremo votato. Finalmente abbiamo detto la verità su Carige”.   


Tra gli obiettivi annunciati nel piano c'è quello di riportare la Banca ad essere "solida e profittevole" con un Cet1 (indicatore del capitale primario) del 13,9%, un texas ratio (rapporto tra crediti deteriorati e patrimonio) del 61,8% e un rote (ritorno sul capitale tangibile) del 6,5% al 2020. Al 2018 il texas ratio è atteso al 79,1%, il rote all'1,2% e il Cet 1 al 12,5%.


"Tutte queste azioni sono fondamentali - ha spiegato ancora Fiorentino -, non ce ne è una che possiamo mancare e abbiamo una chiara contezza dei tempi e delle modalità con cui realizzare il piano di rafforzamento patrimoniale di Carige".

E in merito alla conversione dei bond subordinati in bond senior (Lme) Fiorentino ha spiegato: "Abbiamo grande confidenza e darà slancio all'aumento di capitale che avverrà successivamente".  "Tutte queste operazioni - ha aggiunto - sono importanti, abbiamo confidenza che tutte andranno in buca". "Siamo fiduciosi per il rilancio ad alcune condizioni, anche dolorose. Taglieremo tutto ciò che è superfluo" ha specificato Fiorentino. 



A MIlano presente anche il direttore finanziario di Banca Carige, Andrea Soro, che  precisa che l'aumento di capitale avverra "nei primi giorni di novembre e prevediamo di completare l'operazione entro la fine dell'anno. Ci spettiamo nel corso delle prossime settimane che si formi un consorzio di garanzia e che l'underwritung avvenga in prossimità del lancio dell'operazione".

"Non abbiamo previsto un dividendo perché non è stato ancora discusso e concordato con la Bce - ha proseguito Soro - Certamente ci sarà un ritorno all'utile nel 2018 mentre il tema del dividendo è una riflessione che faremo con il consiglio e le autorità e un aggiornamento a valle operazioni straordinarie del 2017".

Soro poi ha spiegato che "l'operazione di Mme è necessaria e noi riteniamo e auspichiamo che anche i bondholder si faranno carico della responsabilità del processo di rafforzamento patrimoniale che dobbiamo affrontare".


"Non siamo degli avventurieri e abbiamo fatto per molti anni questo mestiere, sul piano abbiamo fiducia"  Fiorentino, interpellato su che cosa accadrebbe in caso di insuccesso dell'Lme. Se la conversione non dovesse andare bene "faremo ragionamento alternativi, metteremo mano al piano ma al momento la consideriamo un'ipotesi fortemente residuale".