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L'assessore contro l'arrivo di migranti a Zuccarello
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"Radio Mao-Mao mi informa che nemmeno questo borgo sarà risparmiato dall’arrivo di presunti profughi (che ricordiamo son persone che non scappano dalla guerra, ma sono semplicemente immigrati clandestini). Mandano i mao mao anche al mio paese…". È bufera sull'assessore regionale all'agricoltura, il leghista Stefano Mai, dopo le parole apparse in un post su Facebook, poi rimosso, in cui si lamenta per l'arrivo nella sua Zuccarello di migranti che definisce 'mao mao'. 

"D’un colpo - ha scritto l'assessore - si cancella la tranquillità di un borgo che negli ultimi anni ha saputo allontanare, prostituzione, spaccio e tossici, semplicemente riducendo in modo considerevole il numero di immigrati che nel 2004 era del 33% di regolari, senza calcolare quelli che arrivavano di notte. Un altro sindaco viene nuovamente scavalcato dalla prefettura ma soprattutto dalle cooperative, veri attori protagonisti in questa attività di accoglienza. Personalmente sono stufo di vedere italiani in grosse difficoltà economiche senza un aiuto dallo stato, mentre basta essere abbronzato, arrivare su barcone in Italia e richiedere asilo, magari senza neppure farsi identificare, e poter godere di ogni confort, servizio ed assistenza". 

Mai ha poi annunciato che vorrebbe togliere il red carpet appena installato dalla Regione: "Alcuni giorni fa abbiamo installato il red carpet per rendere più accogliente il nostro borgo agli occhi dei visitatori e non di chi abusa di questo paese che si chiama Italia. Sto pensando quasi di levarlo". 

Nel pomeriggio Mai ha poi aggiunto in un nuovo post con la scritta 'Stop invasione': "Nel borgo c'è anche Wi-fi. Sicuramente lo riterranno idoneo. Non come le strutture lontane dai centri e senza rete internet... Ma dico... perché affittarla alle cooperative? Non si può trovare una famiglia in grado di rafforzare il tessuto sociale del paese? Si ha l'animo caritatevole? Perché non dimostrarlo con tanti conterranei bisognosi?". 

"Parole ingiustificabili" secondo il gruppo del Pd in Regione Liguria: "Mao mao è un termine evidentemente utilizzato dall'assessore con tono dispregiativo. Innanzitutto su un tappeto rosso steso da un'amministrazione pubblica e pagato con i soldi della collettività cammina chiunque, com'è giusto e ovvio. Appare comunque chiaro come Mai voglia emulare il suo presidente, noto per aver parlato solo poco tempo fa di 'bestie nere' si legge in un comunicato, che segnala come in tema di migranti al contrario "la politica del governo dà i suoi frutti". 

Al Pd è poi arrivata la contro-replica dell'assessore: "Non ci sto a essere accusato di razzismo da un Pd che, con scelte fallimentari di politica di integrazione fasulla, ha innescato una vera e propria bomba sociale: i fatti di oggi a Roma ne sono l’ennesima dimostrazione. Non posso accettare, tuttavia, che gli sforzi fatti dai miei concittadini, per promuovere Zuccarello, inserito tra i Borghi più belli d’Italia, e da me in prima persona - il red carpet non ha ricevuto alcun finanziamento pubblico, ma è stato acquistato di tasca mia - siano vanificati dalle decisioni calate dall’alto dal governo: l’accoglienza di un gruppo di immigrati, di cui non sappiamo nulla, non può essere ospitato nel cuore del nostro borgo, perché mette a rischio la tenuta sociale della comunità e l’immagine turistica del territorio". 

“Come sempre – conclude Mai - il Pd non sa fare altro che usare l’accusa del razzismo per mascherare i propri fallimenti, ben chiari, invece, ai cittadini. Se, infine, il Pd ligure è così attento all’espressione gergale che ho utilizzato in uno scambio di battute con alcuni miei concittadini, sono curioso di sapere come giudica le esternazioni fatte in pubblico dal sindaco Pd di Firenze che, non più tardi di qualche giorno fa, ha urlato Allah Akbar e poi si è affrettato a chiedere scusa non alle vittime del terrorismo, ma alla comunità islamica: evidentemente i concetti di violenza e razzismo nel Pd un po’ confusi”.