cronaca

La giovane Zaira che abitava a Genova: "Non ci facciamo influenzare"
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 Bruno Gulotta di Legnano, Luca Russo di Bassano del Grappa e Carmen Lopardo, da più di 60 anni residente in Argentina ma originaria di Potenza. Anche l'Italia ha le sue vittime da piangere negli attacchi terroristici in Spagna. Tredici morti nella folle corsa del furgone sulla Rambla di Barcellona, mentre una donna ferita sul lungomare di Cambrils, a 120 chilometri dalla metropoli, si è spenta nella notte. Un terzo attentato a Cambrils è stato sgominato dalla polizia che ha ucciso cinque kamikaze pronti a seminare altra morte e distruzione. Ora è caccia a quattro persone, tutte marocchine, di età compresa tra i 17 e i 24 anni, ritenute collegate all'attacco rivendicato dopo qualche ora dallo Stato Islamico.

Tanti gli abitanti e i turisti salvi per caso o per miracolo. Tra loro anche due liguri, Alberto Cipriani e Claudio Mucilli, imperiesi, studenti all'università di Genova che sono riusciti a rifugiarsi in un locale per non essere falciati. Qualcuno poi era fortunatamente fuori città per le vacanze. Come Zaira Centrullo, 35enne originaria di Bari, che da un anno e mezzo lavora a Barcellona come commessa dopo aver abitato per dieci anni a Genova.

“La notizia l'abbiamo accolta con grandissima tristezza pensando a persone morte e gente ferita. Ma non ci lasciamo influenzare dall'accaduto. Vogliamo continuare a vivere come sempre. Io personalmente non ho paura”, ci racconta al telefono”. Zaira abita proprio davanti alla Sagrada Familia, che oggi pullula di polizia, e lavora in PP pochi metri da Plaça de Catalunya, dove inizia la Rambla. Nonostante tutto non mostra timore: “È ciò che vogliono loro. Invece noi vogliamo ignorarli e continuare come prima”.

Lo spirito di Zaira è quello di tutta la città che si è risvegliata con la voglia di vivere senza dimenticare l'orrore. Migliaia di cittadini si sono riuniti in Plaça de Catalunya per un minuto di silenzio in omaggio alle vittime dell'attentato di ieri. Dopo il minuto di silenzio la folla si è sciolta in un lungo applauso, fra grida di "No Tengo Miedo", "Non ho paura".

Il conducente del furgone che ha falciato la folla sulla Rambla, secondo gli investigatori il 18enne Moussa Oukabir, è tuttora in fuga: "Uccidere gli infedeli, e lasciare solo i musulmani che seguono la religione", era il messaggio lasciato due anni fa da Moussa, che aveva così risposto sull'app Kiwi alla domanda "che cosa faresti nel tuo primo giorno da re del mondo?".