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Avrà un costo di circa 10 euro e potrebbe arrivare sul mercato entro pochi anni
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Viene da Genova, dall’ Istituto Italiano di Tecnologia, lo strumento che nei prossimi anni potrebbe finalmente smascherare moltissime frodi alimentari, di cui peraltro sono spesso vittima le materie prime della cucina italiana.


Un gruppo di ricerca, che unisce studiosi dell’Iit e Università Milano Bicocca, coordinato da Pier Paolo Pompa, ha messo a punto un test genetico che permetterà in modo semplice ed economico stabilire se un qualsiasi prodotto alimentare sia o meno coerente con quanto dichiarato.


Il NanoTracer, questo il nome del test, permetterà di identificare univocamente ogni alimento attraverso una sorta di ‘codice a barre’ genetico. Il primo obbiettivo degli studiosi è stato quello di mettere a punto uno strumento che fosse economico, di semplice utilizzo e con risultati visibili ad occhio nudo, quindi comprensibili anche ai non addetti ai lavori.


Il test, che potrebbe arrivare sul mercato entro pochi anni, ha già stuzzicato l' interesse di varie realtà operanti in campo alimentare, anche in virtù dell’economicità del test il cui costo si aggira intorno ai 10 euro.


Dall’Iit fanno sapere che in previsione di una commercializzazione del prodotto è stata costituita una startup che inizialmente offrirà questa tecnologia alle aziende che hanno piccoli laboratori di controllo qualità, con la speranza di arrivare in seguito anche al piccolo produttore, che potrebbe avere in tempo reale l'analisi genetica dell'ingrediente che sta acquistando.


Paola Valentini, ricercatrice dell’Iit e prima autrice dell’articolo scientifico riguardo il Nano Tracer, pubblicato su di una rivista scientifica internazionale ha commentato:
“Grazie a questa tecnologia è possibile anche per personale non specializzato riconoscere in poco tempo se ad esempio ci troviamo davanti a un pesce persico o a un pangasio oppure a zafferano puro o mischiato a altre spezie meno nobili, nel caso dello zafferano riusciamo a identificare anche piccole quantità, vicino all'1% di spezia falsa”