cronaca

Brizzolato vestito con una camicia a quadri e pantaloni scuri
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Portano a Genova le tracce di Giuseppe Mastini, alias Johnny lo Zingaro da ieri ufficialmente evaso.


L'ergastolano, negli anni Ottanta vero e proprio terrore della Roma criminale, era in semilibertà dallo scorso agosto e da novembre si recava tutti i giorni alla scuola della polizia penitenziaria di Cairo
Montenotte, dove svolgeva piccole mansioni ma ieri mattina non si è presentato al lavoro.


Secondo una prima ricostruzione Mastini, che ha compiuto il primo omicidio a 11 anni, si sarebbe fatto accompagnare da un taxi a Genova. Le sue tracce si perdono davanti alla stazione di Brignole. La prima ipotesi è che l'uomo possa avere preso un treno per scappare in una meta prefissata: forse Roma, dove ha trascorso la gioventù e la sua carriera criminale, ma non si è esclude che possa essere fuggito in Francia approfittando del fatto che poteva passare il confine da uomo libero visto che la sua latitanza ufficialmente è scattata alle 22, l'ora in cui sarebbe dovuto tornare in cella a Fossano.

La foto segnaletica di Johnny è stata diramata a tutte le pattuglie di polizia e carabinieri in servizio a Genova: il latitante, oggi con i capelli corti e brizzolati, quando è stato visto l'ultima volta era vestito con una camicia a quadri e pantaloni scuri.


Le ricerche sono coordinate dalla polizia penitenziaria di Fossano, dove stava scontando la sua pena.


LA STORIA - Mastini finì in carcere ancora ragazzo per aver ucciso un tranviere. Dal penitenziario evase due volte: prima da quello di Casal del Marmo, poi da quello dell'isola di Pianosa. Nell' estate del 1983 fu arrestato di nuovo, dopo una sparatoria con la polizia. Quattro anni più tardi ottenne una licenza premio per buona condotta. Fu proprio durante questa licenza, nel febbraio 1987, che Mastini fu protagonista di sanguinose scorribande che si conclusero con la cattura anche della sua compagna, Zaira Pochetti, morta qualche anno dopo dopo una lunga malattia.

In quella giornata, che impegnò le forze di polizia in una vera e propria caccia all'uomo, Mastini rubò diverse auto, rapinò benzinai, sequestrò una ragazza, Silvia Leonardi, sparò contro una pattuglia di agenti, uccidendo la guardia Michele Giraldi, ferì un brigadiere dei carabinieri, Bruno Nolfi.

Si arrese nelle campagne di Mentana, ormai circondato da agenti e carabinieri. Condannato all'ergastolo nel 1989.