cronaca

La legge regionale del 2015 dichiarata illegittima
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"Il titolo vero dovrebbe essere 'I cinghiali ci mangeranno?'". Così Francesco Bruzzone, cacciatore e Consigliere Regionale in Liguria commenta la notizia relativa alla sentenza della Corte Costituzionale in merito ai provvedimenti sulla caccia della Regione Liguria.

La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la legge della Regione Liguria numero 29 del 2015 sulla caccia chiamata "norme per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio". Secondo i giudici c'è l'illegittimità costituzionale dell' articolo 89; dell'articolo 92 "nella parte in cui consente il recupero dei capi feriti con le armi anche fuori degli orari previsti per la caccia e nelle giornate di silenzio venatorio"; dell'articolo 93 "nella parte in cui consente di ricorrere ai piani di abbattimento della fauna selvatica anche quando l'Ispra non abbia preventivamente verificato l'inefficacia dei metodi ecologici"; dell'articolo 93 "nella parte in cui consente l'attuazione dei piani di abbattimento da parte di 'cacciatori riuniti in squadre validamente costituite, nonché cacciatori in possesso della qualifica di coadiutore al controllo faunistico o di selecontrollore'".

Tuttavia, secondo l'assessore Mai, "i due commi dichiarati illegittimi dalla Corte Costituzionale non fanno decadere la legge regionale". " aggiunge: "Siamo già al lavoro per trovare una soluzione e sanare i rilievi della Consulta: a breve affronteremo il tema con le associazioni agricole che sono seriamente preoccupate per le ricadute della sentenza della Corte sulle produzioni locali".

"È opportuno evidenziare che il provvedimento di legge della Regione Liguria era inerente non alla caccia in generale, ma al controllo faunistico: c'è differenza. I cacciatori, con senso di responsabilità e attaccamento per il territorio, avevano garantito la loro disponibilità, in caso di eccessiva presenza di ungulati – cinghiali, appunto – a effettuare battute a caccia chiusa, o in zone dove l'attività venatoria è interdetta, al fine di ridurre la presenza di questi animali", afferma Bruzzone.

"Se in precedenza la norma prevedeva che sul luogo dovesse esserci presente la Polizia Provinciale, la legge promossa dalla Regione Liguria prevede, data la nota carenza di organico subita a seguito della 'chiusura' delle Province, la possibilità che siano presenti, in loro sostituzione, altri agenti, anche volontari, che abbiano titolo a fare da vigilanza sulla caccia. È su questo che si è espressa contraria la Corte Costituzionale", prosegue Bruzzone.

"Come risultato, da domani in avanti si potranno effettuare battute di controllo solo in presenza di agenti della ex Polizia Provinciale, i quali sono già in grossa difficoltà a fare tutto il resto. In sostanza, verranno ridimensionate o quasi del tutto annullate le battute di controllo faunistico. Che sia chiaro a tutti: questo non è un provvedimento contro i cacciatori, che continueranno ad andare a caccia nel corso della stagione venatoria e che avevano semplicemente dato la disponibilità a fare un servizio gratuito e volontario per il territorio. È un provvedimento contro la collettività e contro gli enti pubblici, che non potranno più intervenire per arginare l'eccessiva presenza di animali, e i cinghiali potranno scorrazzare liberi e indisturbati, senza controlli, nelle campagne, nei campi, ovunque riusciranno ad andare. Una pessima notizia per la categoria degli agricoltori, ai quali i cacciatori avevano dato una grossa mano", conclude il cacciatore e Consigliere Regionale Francesco Bruzzone.