cronaca

Migliaia in piazza da Cornigliano al centro. Primocanale in diretta
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Accordo di programma. È questo il concetto chiave per capire la mobilitazione in massa dei lavoratori Ilva che oggi sono scesi in piazza a Genova. Una giornata che Primocanale ha seguito in diretta.

Il corteo ha percorso
via Cantore, via Buozzi e quindi piazza della Nunziata e le gallerie fino a piazza Corvetto e largo Lanfranco sede della Prefettura. Qui, dopo il vertice in Prefettura alla presenza del sindaco Doria e del governatore Toti, sindacati ed enti locali hanno sottoscritto e consegnato al prefetto Fiamma Spena un documento in cui chiedono alla Presidenza del Consiglio un incontro urgente con tutti i firmatari dell'accordo di programma per fare chiarezza sulla sua validità. Nel documento si chiede anche di conoscere il piano industriale e le sue ricadute sul territorio, particolari ancora non divulgati dal Governo. Il tavolo a Roma potrebbe essere convocato già la prossima settimana.

In piazza sono scesi i 1.500 di Cornigliano e gli 800 di Novi Ligure per dire no al piano lacrime e sangue dei nuovi proprietari, che vogliono tagliare quasi 6mila lavoratori in tutta Italia. Il passaggio di proprietà alla cordata Am Investco Italy, con ArcelorMittal e Marcegaglia, sarà sancito probabilmente in giornata da un decreto del Governo. Ma i sindacati non mollano la presa: sul tavolo c'è un patto datato 2005 che dice “basta licenziamenti sotto la Lanterna”. E la prima firma è proprio quella di Palazzo Chigi.

GLI AGGIORNAMENTI

13.05 - Antonio Apa, segretario generale Uilm Liguria: "Siamo soddisfatti perché le istituzioni hanno accolto le nostre richieste. Genova ha una sua capacità autonoma di stare sul mercato". Alessandro Vella, segretario generale Fim-Cisl Liguria: "A prescindere dalla vendita avevamo già un problema oggettivo di occupazione, e questa vendita accelera il processo. Questo però si interseca sui problemi della banda stagnata. Attraverso un investimento più importante si possono recuperare lavoratori". Bruno Manganaro, segretario Fiom-Cgil Liguria: "L'accordo di programma non si tocca. Se non ci convocheranno è chiaro che si alzerà la tensione".

13.00 - "Tutti gli enti sono legati agli obblighi sanciti dall'accordo di programma. Oggi lo stabilimento di Cornigliano è uno stabilimento moderna. È assurdo che i firmatari di quell'accordo non siano stati nemmeno convocati dal Governo. Mi auguro che il piano industriale sia un piano di tutela della siderurgia. Speriamo che al più presto il Governo si faccia carico di riunire un tavolo con tutte le parti per riprendere le fila di quel discorso", ha detto il presidente ligure Giovanni Toti.

12.45 - Finito il vertice in Prefettura: tutti i firmatari dell'accordo di programma (compresi Comune e Regione rappresentati da Doria e Toti) hanno chiesto ufficialmente in un documento unitario un incontro col presidente del Consiglio.

12 - Una delegazione degli operai Ilva accompagnata dai sindacati è seduta al tavolo con il Prefetto Fiamma Spena. Presenti anche il sindaco di Genova Marco Doria e il governatore della Liguria Giovanni Toti. 

11.45 - E' fissato per le ore 12 l'appuntamento di una delegazione dei lavoratori Ilva con il Prefetto Fiamma Spena. 

11.40 - Il Corteo dei lavoratori Ilva è arrivato davanti il Largo Lanfranco, sede della Prefettura di Genova.

11.30 - Si avvicina l'arrivo in Prefettura degli oltre 2 mila lavoratori Ilva. 

11.20 - Il corteo attraversa largo della Zecca ed entra in Galleria Garibaldi.  

11.15 - Al corteo Ilva si sono uniti i lavoratori delle riparazioni navali.
 
11 - Il Corteo sta percorrendo Via Gramsci traffico, bloccato in entrambe le direzioni per consentire il passaggio. 

10.50 - Il corteo è arrivato davanti alla Stazione Marittima, traffico riaperto in via Buozzi.

10.40 - Il  corteo sta percorrendo Via Buozzi, traffico bloccato in direzione ponente.

10.35 - "Genova sta rispondendo bene a questa complicata vicenda: ora ci aspettiamo risposte e non silenzi dal Governo", ha spiegato a Primocanale Luca Maestripieri segretario generale Cisl Genova.

10.30 - Il corteo è arrivato in via Milano dove si è unità una delegazione dei vigili del fuoco.

10.20 - Al corteo dei dipendenti Ilva, si sono uniti anche i lavoratori di Wind Tre che stanno vivendo anche loro un momento difficile per il loro futuro occupazionale.

10.15 - Il corteo ha superato via Cantore, ora i lavoratori Ilva si trovano all'altezza del Matitone.

10.05 - Il  corteo sta percorrendo Via Cantore, traffico bloccato anche in direzione ponente. 

9.55 - Il corteo è arrivato in Piazza Vittorio Veneto e sta per imboccare via Cantore.

9.35 - "Io insieme a tanti altri abbiamo firmato l'accordo di programma: nessuno ci ha detto che non è' valido. Se vogliamo ridiscuterlo va bene ma sia chiaro che non toccano i posti di lavoro", ha detto a Primocanale Francesco Grondona storico segretario della Fiom-Cgil

9.25 - Il corteo si è fermato qualche minuto in Piazza Masnata a Sampierdarena.

9.10 - Il corteo è arrivato in via Cornigliano.

9.00 - Il corteo è in via San Giovanni d'Acri a Cornigliano

8.45 - E' partito dallo stabilimento di Cornigliano il corteo dei lavoratori Ilva 

8.30 - E' terminata l'assemblea dei lavoratori Ilva, tra poco partenza del corteo verso la Prefettura.
 
8.20 - "A Genova devono essere fatti investimenti e non tagli", spiega a Primocanale Antonio Apa segretario generale Uilm Liguria.
 
8.10 - "Sono qui dal 1989, c'è tanta rabbia per quello che sta accadendo: sono preoccupata per i tanti giovani che lavorano qui", racconta Carla una delle quattro operaie donne che lavorano all'Ilva.

8.00 - È iniziata l'assemblea, durera circa mezz'ora

7.55 - "L'accordo di programma non si tocca: quando ho chiesto conto al Ministro Calenda di questo è' rimasto in silenzio", ha spiegato a Primocanale Bruno Manganaro segretario della Fiom CGIL Genova. 

7.50 - Il corteo percorrerà via Cantore, via Buozzi e quindi piazza della Nunziata e le gallerie fino a piazza Corvetto e largo Lanfranco sede della Prefettura.

7.45 - Il corteo partirà tra le 8.30 e le 9 e percorrerà probabilmente via Cornigliano, lungomare Canepa e il centro città attraverso la strada delle gallerie.

7.40 - "L'accordo prevedeva di ricollocare i lavoratori. Siamo abituati: sono 11 anni che difendiamo questo accordo con le unghie e con i denti", spiega Armando Palombo (Fiom-Cgil).

7.30 - È arrivata anche la delegazione proveniente da Novi Ligure che sarà in corteo per le strade di Genova insieme ai colleghi di Cornigliano. 

7.25 - "Siamo pronti a lottare per difendere il nostro accordo di programma", spiega Armando Palombo della Rsu Fiom CGIL. 

7.20 -  Sono circa 200 i lavoratori dell'Ilva davanti allo stabilimento di Cornigliano in attesa dell'inizio dell'assemblea.

7.15 - "Oggi è un momento importante per la città. Noi vogliamo un piano industriale credibile, i 380 lavoratori in cassa integrazione potrebbero essere impiegati meglio se si investisse sulla banda stagnata. Speriamo che il Governo nelle prossime ore dia una risposta definitiva. Noi respingiamo con forza gli esuberi", dice Alessandro Vella, segretario generale Fim-Cisl Liguria.

7.00 - Sta per iniziare l'assemblea. I lavoratori, oltre ad essere formalmente informati sull'esito delle trattative a Roma, decideranno quale percorso seguire verso la Prefettura.

6.45 - Presidio di lavoratori fuori dall'Ilva pronti a iniziare l'assemblea

“L'accordo di programma? È validissimo – sottolinea Bruno Manganaro, segretario Fiom-Cgil Liguria – e noi dobbiamo ricordarlo formalmente al Governo”. Per questo il corteo, che parte intorno alle 8.30 dalla fabbrica di Cornigliano dopo l'assemblea in sciopero convocata per le 7, si dirigerà verso la Prefettura lungo le vie del centro.

L'obiettivo è chiedere a Fiamma Spena di mediare per ottenere un incontro formale col premier Gentiloni in persona. “In quel patto c'è l'occupazione, ma anche disposizioni su aree e concessioni. L'unica garanzia che accettiamo è che non ci sia neanche un esubero. Se la città di Genova lo chiederà con forza, potremo risolvere l'ambiguità. Altrimenti, se il patto viene disdettato, noi non saremo disponibili a nessun confronto”, taglia corto Manganaro.

Nessun dubbio di fatto su quale sarà l'interlocutore economico.
Jindal-Cdp ha tentato fino all'ultimo di rilanciare con un'offerta al ministro Calenda e ai commissari dell'Ilva, ma il Governo ha chiuso la porta affermando che “le procedure di gara non si cambiano in corsa o peggio ex post”. Il piano presentato in extremis prevedeva un prezzo di acquisto a 1,85 miliardi (50 milioni in più rispetto a Am Investco) e 9.800 assunzioni da subito, portando la produzione a 10 milioni di tonnellate con l'impiego di tecnologie innovative. Le previsioni dei concorrenti, invece, si fermano a 6 milioni per effetto dei limiti ambientali imposti dall'Unione Europea e recepiti dall'Italia. Scetticismo da parte di Alessandro Vella, segretario della Fim-Cisl ligure: “Bisognava pensarci prima, i posti di lavoro non si possono dichiarare. A noi interessa un piano industriale strategico. Genova potrebbe dare molta più produttività”.

La città, dunque, scende in piazza per difendere il lavoro, pur senza sapere con esattezza quanto rischia di perderne. Quando fu firmato l'accordo, nel 2005, i dipendenti a Cornigliano erano 2.800. Oggi, dopo la chiusura dell'altoforno, sono poco più di 1.500, dei quali 380 in cassa integrazione, impegnati in lavori di pubblica utilità. I sindacati tenteranno di convincere i nuovi acquirenti a investire su Genova per potenziare la zincatura e la banda stagnata, ma le mire di ArcelorMittal sembrano più rivolte all'estero. “A Taranto su 5.800 lavoratori rischiano in 2 o 3mila – riflette Antonio Apa, segretario della Uilm Liguria – quindi fate voi i conti: se pensano di distribuire i restanti 1-2mila previsti su Genova e Novi, se lo tolgano dalla testa perché su questo non passeranno mai”.

LE PAROLE DI BAGNASCO - L'Arcivescovo di Genova, a margine dei festeggiamenti della Repubblica del 2 giugno, è tornato a parlare della difficile questione legata ai lavoratori dell'Ilva. Nei giorni scorsi da Roma è arrivata la fumata nera con l'annuncio di 5-6mila esuberi in tutta Italia.

"Papa Francesco quando sabato scorso ha visitato lo stabilimento dell’Ilva ha mandato un segnale forte in tema di lavoro, la sensazione è che nessuno lo abbia ascoltato. Evidentemente prevalgono altre logiche che sono quelle di tipo economiche" ha commentato il cardinale ed ex presidente della Cei Angelo Bagnasco.

"Ma la speranza di tutti - ha proseguito Bagnasco - e che questi esuberi ormai annunciati non diventino degli scarti sulla strada, ma vengano subito reintegrati in altre aziende in modo che nè i singoli dipendenti nè le loro famiglie debbano perdere la speranza".

L'Arcivescovo ha tenuto a manifestare tutta la sua vicinanza ai lavoratori dell'Ilva: "Come Chiesa Diocesana esprimiamo tutta la nostra vicinanza ai lavoratori. In questo momento difficile e di forte preoccupazione la nostra vicinanza è ancora maggiore. Continueremo a sostenerli con la preghiera, con la parola e con l’affetto" ha concluso Bagnasco.

L'AVVOCATURA FRENA IL MISE - Il procedimento per il trasferimento dei complessi industriali di Ilva come confermato dall'Avvocatura dello Stato, non prevede e non consente una fase di rilancio delle sole offerte economiche. Una determinazione in tal senso sarebbe pertanto illegittima.

Lo sottolinea il ministero dello Sviluppo economico in una nota, dopo aver ricevuto il parere richiesto all'Avvocatura. Un eventuale rilancio, precisa il Mise, presupporrebbe una nuova fase competitiva estesa a tutte le componenti delle offerte, quindi anche a nuovi piani industriali e ambientali. In sostanza si precludono ulteriori possibilità alla cordata Jindal-Cdp.

Una eventuale fase di rilancio, spiega la nota del ministero, "presupporrebbe una determinazione ministeriale con l'indicazione di dare corso ad una nuova fase competitiva estesa a tutte le componenti delle offerte stesse, con la presentazione quindi non solo di una nuova offerta economica ma anche di nuovi piani industriali e piani ambientali".

Una simile prospettiva "risulta oggi incompatibile con i tempi imposti dalla vigente legislazione per l'attuazione del piano ambientale con la contestuale prosecuzione dell'attività produttiva di Ilva e richiederebbe pertanto un nuovo intervento normativo".