cronaca

Nervi, San Nazaro e Vesima: dal 2001 promesse mancate e declino
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C’erano una volta i Bagni San Nazaro, i bagni dei genovesi, lo stabilimento che faceva mille abbonamenti a stagione. C’era una volta, oggi è tutt’altra storia. Così come quella degli Janua a Vesima e della Scogliera a Nervi. È la storia di una trasformazione che ha portato alla società che li possiede, interamente comunale, la Bagni Marina Genovese, a prosciugarsi e quasi, è il caso di dirlo, ad andare a bagno. Da 102 lavoratori ne sono rimasti 38, quattro mesi di lavoro l’anno con promesse dal 2001 di un’assunzione per tutto l’anno mai mantenuta. Ora la crisi e la protesta.

Marina Boero, del sindacato Cgil Genova, settore Funzione Pubblica, fa il punto della situazione: “Le promesse per chi che ha creduto nell’azienda erano diverse - dice - gli era stato detto che in breve tempo sarebbero passati a una piena occupazione, anche perché lo statuto permette un ampio sviluppo della società, non solo nei mesi estivi, ma anche in quelli invernali dove si possono sviluppare attività legate alla ristorazione, attività ricreative e molto altro". Per Boero il futuro dei dipendenti non appare dei più rosei: "Adesso sul futuro dei lavoratori incombe un forte interrogativo. Il bilancio mostra un buco molto rilevante, nonostante fosse stato assicurato che aveva raggiunto il pareggio di bilancio”.

Ai bagni San Nazaro tutto procede a rilento. Nonostante la stagione balneare sia iniziata la piscina è ancora chiusa, i servizi igienici versano in condizioni precari e i lavoratori fanno i conti con scelte scellerate del recente passato.

Fabrizio Fantuzzo, bagnino dei Bagni Marina Genovese mette in luce quelli che sono stati gli errori del passato di ha amministrato i bagni: “La piscina è un esempio della cattiva gestione, è stata costruita davanti a quella attuale, anch’essa inutilizzabile. Noi avevamo sconsigliato di farla costruire in quel punto perché proprio lì arriva il mare. Non ci hanno ascoltato, anzi ci hanno detto che un gruppo di esperti, ben pagati dalla direzione, hanno fatto degli studi specifici. Era il 2008, dopo due mesi è stata completamente distrutta dal mare, sono stati persi in un’unica volta 85mila euro”.

Non va meglio a Vesima
dove dopo due anni di affidamento ad un esterno lo stabilimento janua è tornato al Comune in condizioni precarie. Precarie come quelle dei bagni La Scogliera di Nervi. Qui la carenza di personale appare evidente, a denunciarlo è Marco Rinaldi, dipendente dei Bagni comunali: “Abbiamo grossi problemi. Negli anni passati, a marzo e aprile venivano chiamate 4-5 persone che si occupavano di preparare lo stabilimento: montavano le cabine, sistemavano la piscina, allestivano la scogliera. Mentre quest’anno siamo stati chiamati in due a inizio maggio, a cui si sono aggiunte altre due persone a partire da metà dello stesso mese. Così ora i lavori che prima si facevano in 3 mesi bisogna completarli in 20 giorni. È impossibile”.

E così ci sono storie come quelle di un cliente storico come il signor Raffaele Manca che paga al Comune un servizio che ancora non ha. “Io ho una bella terrazza a picco sul mare – precisa Raffaele Manca - ma ancora non è pronta, cosi non lo era nemmeno l’anno scorso nonostante paghi oltre 2 mila euro a stagione”.

Chiedono risposte sul loro futuro i lavoratori della Bagni Marina Genovese e le chiedono al prossimo sindaco, ma come avete capito le chiedono anche i clienti e non si escludono proteste clamorose.