cronaca

Opposizioni: "Da Scajola marcia indietro". La replica: "È buon senso"
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Dovrebbe andare in votazione martedì in Consiglio Regionale la riforma della legge regionale per l'assegnazione delle case popolari, che istituisce criteri più restrittivi per gli stranieri per poter chiedere una casa popolare in Liguria. Dovranno dimostrare di essere regolarmente residenti in Italia da 10 anni e che da cinque risiedono in Regione.

''Applichiamo il principio secondo cui vengono prima gli italiani'', ha affermato la consigliera della Lega Nord Stefania Pucciarelli. ''Un criterio-spot elettorale, che sarà cassato dalla Corte costituzionale'', replica il consigliere Giovanni Lunardon (Pd).

Le opposizioni hanno accusato l'assessore regionale all'Urbanistica Marco Scajola di aver fatto 'marcia indietro' su tre aspetti: il ritiro della possibilità di sublocare parti delle case popolari, l'innalzamento a 5 anni per tutti del limite di sforamento del reddito Isee per chi ha figli e chi non ne ha, oggi rispettivamente non conteggiato per 10 e 3 anni, ridotto a due anni non consecutivi dalla riforma. Infine la previsione che il reddito dei figli non fa cumulo sull'Isee della famiglia dopo cinque anni.

"Dispiace constatare che le opposizioni strumentalizzino un tema così delicato che trova tante persone in difficoltà per portare avanti una battaglia demagogica contro una legge che il territorio aspetta da molti anni", ha replicato Scajola , sottolineando che "gli emendamenti presentati sono frutto del buon senso e del confronto con le Associazioni degli inquilini".

Per il Pd le modifiche proposte non bastano e il provvedimento "colpisce i liguri". "Questa legge Toti-Scajola, per motivi di propaganda spicciola, riduce la possibilità di accesso agli alloggi popolari, elimina i diritti, accentra tutto in capo ad Arte, vende i gioielli di proprietà pubblica e non prevede investimenti", afferma il gruppo.

"La marcia indietro di Scajola rappresenta un passo in avanti, ma siamo lontani da una vera riforma in grado di rispondere alla sempre più crescente domanda di case popolari", ha affermato Andrea Melis, consigliere regionale MoVimento 5 Stelle Liguria mentre Francesco Battistini, relatore di minoranza di rete a Sinistra/Libera-Mente Liguria sottolinea che la Consulta ha già giudicato incostituzionale un vincolo di otto anni per l'assegnazione agli stranieri contenuto in una legge analoga della Valle d'Aosta.

"Il centrodestra, in preda alle fobie da accerchiamento, bada più agli slogan elettorali che alla sostanza e cerca di escludere gli immigrati, con regolare permesso, dalle politiche sull'edilizia pubblica. Ma non si accorge che in questo modo esclude anche i cittadini della Comunità Europea violando i trattati", ha affermato.

La riforma introduce l'ulteriore requisito dell'assenza di condanne penali passate in giudicato per delitti non colposi che comportano pene detentive pluriennali, la possibilità di cambio di alloggi Erp tra Province liguri diverse ma solo per ragioni di salute o lavoro, la temporaneità del rapporto di assegnazione nell'alloggio pubblico definito dalla norma in otto anni, una deroga alla proprietà nei confronti del genitore legalmente separato o divorziato che per decisione giudiziale non ha più la disponibilità dell'alloggio.

In base alla riforma il 50% delle case sarà assegnata in base all'Isee, il 50% alle seguenti categorie sociali: anziani over 65, famiglie con disabili e malati terminali, giovani coppie under 35 con figli, appartamenti alle forze dell'ordine, famiglie soggette a procedure esecutive di rilascio, genitori separati o divorziati, persone sole con minori.