“Vieni a trovarci nella nostra frontiera, vogliamo raccontarti nella concretezza come viviamo l’amore di Dio nella quotidianità, nell’accoglienza dei nostri fratelli migranti”. Don Rito Alvarez parroco di Sant’Antonio a Ventimiglia guarda dritto nella telecamera e si rivolge direttamente a Papa Francesco che tra 40 giorni, il 27 maggio, sarà a Genova. Nella sua parrocchia accoglie migranti fuggiti da Siria, Etiopia, Sudan, Somalia in particolare ora minori non accompagnati.I migranti sono stati dall’inizio al centro del Pontificato di Papa Francesco. Un anno fa la visita a Lesbo, periferia d’Europa, dove il Papa è voluto andare per incontrare chi scappa dalle guerre e che, arrivando in Europa, non realizza le speranza ma si trova spesso rinchiusa in campi di accoglienza.
“A Ventimiglia abbiamo conosciuto tante storie umane, tristi, terribili - ricorda don Rito - in molti hanno perso la vita sull’autostrada, sulle rotaie dei treni, sui sentieri” . E risuonano le parole di un tweet del Pontefice: “I profughi non sono numeri, sono volti e persone”.
“Non siete soli, troppe volte non vi abbiamo accolto” ha detto a Lesbo Papa Francesco lanciando un appello all’Unione Europea. Da un anno a questa parte però nulla sembra essere cambiato. Gli sbarchi continuano e sono destinati ad aumentare. E così lo è anche per Ventimiglia dove l’emergenza non è mai finita e ora con l’arrivo dell’estate l’amministrazione, i commercianti temono una nuova invasione della cittadina di frontiera.
Don Rito a Ventimiglia dopo aver accolto migliaia di donne e uomini ora si concentra sui ragazzi, minorenni arrivati in Italia non accompagnati. Venti anni fa è partito dalla Colombia dalla regione dei narcos, dei guerriglieri ed è arrivato in Italia e racconta che non poteva non accogliere: “Nella mia mente pensavo ai miei genitori, ai mie fratelli costretti a fuggire senza potersi portare neanche le pentole e da cristiano poi non potevo chiudere cuore, occhi e porte a queste persone”.
“Vorrei dire a Papa Francesco - conclude don Rito - di continuare a incoraggiarci ad annunciare il Vangelo con la nostra vita non con le parole".
E chissà che Francesco non raccolga l'appello di don Rito.
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