cronaca

L'invettiva
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Da un punto di vista panoramico non c'è nulla di più attraente. Sullo sfondo il borgo magico di Boccadasse, con la Chiesa di sant'Antonio a fare da guardia, e Portofino che sfuma all'orizzonte. Alle spalle l'ultimo pezzo di Corso Italia, la “Promenade”, che sarà pure malandata e poco “strutturata”, ma è pur sempre la vera passeggiata di Genova, dove cammini e respiri il mare.

In mezzo, là sotto c'è il Lido, meglio il “Nuovo Lido”, lo stabilimento balneare più grande d'Europa, 33 mila metri quadrati, tra proprietà privata e concessione demaniale, un passato glorioso, una grande ex spiaggia, tre piscine, un migliaio di cabine di tutte le taglie, da quelle di legno sul mare a quelle di muri e terrazzini, due ristoranti dei quali uno, la Caravella, tagliato nella roccia, ma con i finestroni in faccia al profondo del golfo genovese.

Appunto, un passato glorioso, di grandi bagni in mare, di Festival, Feste e Concorsi di bellezza, dove sfilavano future star come Rosanna Schiaffino e Sofia Loren, all'ombra del pitosforo, il cui profumo inebriava, fino a non farglielo dimenticare mai, il giovane Paolo Villaggio, che a quel ricordo ancora oggi sospira.

E un presente di totale decadenza, abbandono, in genovese, “deruo”, rovina. Già l'ingresso di questo ex posto paradisiaco è “accecato” da un lavamacchine che ottunde la vista dell'arco ligure, in certe giornata di tramontana chiara godibile da Portofino a Capo Mele, traguardando la Corsica.

Sei in Paradiso, ma se oggi scendi di un passo arrivi in una specie di Libano bombardato, come osservano caustici i vecchi frequentatori di questo stabilimento centenario, inventato nel 1908 da un figlioccio di Giuseppe Garibaldi, passato dai fasti della fondazione alla rifondazione anni Sessanta del mitico commendator Rizzo al degrado di oggi, quando la città punterebbe sul turismo e qui si blocca in un orizzonte di decadenza.

C'è il Lido, sospeso nella sua progressiva rovina, l'intervallo della Motonautica, elegante circolo di belle barche e ospiti vip, poi il vuoto del fallimento che ha travolto la Baia degli Angeli, l'altro stabilimento che arriva al confine magico di Boccadasse, sigillato nel vuoto del recente crack.

E questa sarebbe la Genova turistica?
Quella dove rimbalzano le nuove correnti di crocieristi e di scopritori dei suoi tesori, a tre passi dalla appena risorta Abbazia di san Giuliano, che la direttrice di Palazzo Reale, Serena Bertolucci, ha appena riaperto?

Eppure qualche mese fa sembrava che il gigante decaduto del Lido si sarebbe rialzato. Cambio di proprietà - avevano annunciato le cronache, con il “Primo” in esclusiva. La famiglia Rizzo-Rapallini con i suoi parenti aveva ceduto finalmente le azioni della “Nuovo Lido Elfra” a un gruppo di solidi imprenditori e finanzieri genovesi, che avevano messo le mani su tutto il pacchetto: le quasi mille cabine, le piscine, le pertinenze, le parti residenziali, il diritto di concessione sulle parti demaniali del grande complesso oramai quasi in rovina o almeno mantenuto difficoltosamente in vita.

Al posto dei vecchi propietari, travolti da liti ereditarie dopo la quasi contemporanea scomparsa di Elda, la moglie del Commendatore e Francesca, la figlia, erano subentrati l'imprenditore farmaceutico Bruschettini, nota e solida dinastia familiare, il broker alimentare Ballestrero e il finanziere Di Gregorio.

Grandi progetti di rilancio, dopo quello abortito tra il 2008 e il 2010, presentato da Mario Colica, manager di marketing che aveva presentato un grande disegno del Nuovo Lido, con il sostegno di Francesca Rizzo stessa, il versamento di una caparra, il coinvolgimento di molti operatori e la sfilata dei possibili partner nell'operazione, tra i quali erano comparsi personaggi come Gregorio Fogliani, il re di “Qui ticket” e della Pasticceria Svizzera, una cordata con l'imprenditore Davide Viziano e altre offerte e trattative con big genovesi e non. Tutto respinto al mittente e poi la rottura clamorosa con Corica, che aveva anche gestito il Lido in una transizione poi finita nel vuoto e nel degrado.

In parallelo c'era stata la “farsa” comunale con la delibera per approvare la variante di Piano regolatore, necessaria alla realizzazione del progetto, “affondata “ in Consiglio Comunale dall'Idv, alla faccia della sindaco Marta Vincenzi, convinta sostenitrice dell'operazione. Il Comune avrebbe approvato dopo, ma intanto il siluro aveva colpito e affondato il grande progetto in un mare di polemiche, di sospetti ed anche di indagini della Procura e della Guardia di Finanza, con sullo sfondo lo scontro tra Corica e gli eredi Rizzo.

La nuova proprietà, subentrata dopo qualche anno di oblio e progressiva decadenza, molto riservata, ma decisa nell'operare un vero restyling del grande stabilimento, aveva suscitato molte speranze. Ma oggi il Lido appare abbandonato ancora, in quel vuoto di attese misteriose.

Le mareggiate invernali si sono divorate quasi tutta la spiaggia residua: sono addirittura emersi i muraglioni di cemento che “sostenevano” la spiaggia stessa, sprofondata di metri, le cabine cadono a pezzi, i rari utenti invernali non hanno alcun servizio a disposizione, anche l'acqua è stata tagliata nelle poche cabine abitate, la furia del vento invernale ha portato via paratie e difese, spazzando coperture, tetti, porte e vetrate.

Il Lido 2017 appare, nel cuore di Corso Italia, proprio come una zona di guerra, bombardata, appunto, non dal napalm, ma dal vento e dal mare. Solo l' unico ingresso rimasto aperto è stato in fretta e furia ridipinto per offrire una parvenza di accoglienza alla folla che, sopratutto di sabato e di domenica scorre in corso Italia e si affaccia sul cratere del Lido, oramai un monumento decrepito.

Tutto questo nel cuore della Genova turistica, l'unico terrazzo sul mare che la città offre lungo un litorale “ingabbiato”, con un'unica spiaggia libera, a San Giuliano, senza servizi pubblici, abbandonata a se stessa. Tutto questo nel top di Corso Italia, che termina nel crack della Baia degli Angeli e che incomincia laggiù alla Fiera del Mare, oggi in liquidazione, nel grande piazzale Kennedy, spazio perduto, buono per il Luna Park, per il Circo, per parcheggiare pulmann e per amori furtivi nelle auto posteggiate. Passando per il cantiere dello Scolmatore del Fereggiano che ha divorato un pezzo di spiaggia per un'opera necessaria, ma sicuramente invasiva. E poi dicono che Genova sta riscoprendo il mare.