Dalle criticità economiche a quelle sociali. Che hanno il loro compendio nella grande emergenza lavoro, la principale percepita e vissuta dai genovesi (e non solo). È una relazione lunga, articolata, appassionata, ma soprattutto coraggiosa quella che Luca Maestripieri ha proposto alla platea del congresso Cisl di Genova e dell'area metropolitana, chiamato a redigere un bilancio dell'operato del segretario e a votare, eventualmente (e probabilmente), la sua conferma per altri quattro anni.
La cosa più impressionante, a rileggersi il documento, è che nei fatti Maestripieri stila l'agenda del prossimo sindaco di Genova. "Chiunque esso sia e a qualunque forza politica appartenga" dice il leader cisalpino, evidentemente consapevole che quella da lui proposta è esattamente la lista dei problemi che la città è la sua (ex) provincia devono affrontare e risolvere.
C'è di tutto e di più ovviamente, ma l'altro dato rilevante è che la relazione non si limita ad essere una lamentazione: va in profondità e offre anche alcuni spunti di soluzione. Il più coraggioso, che non richiede leggi particolari ma semplici accordi anche soltanto su base locale, rilancia l'opzione e di portare i lavoratori nella governance delle aziende. È il modello tedesco, che secondo Maestripieri può essere una buona opportunità per far crescere insieme lavoratori e imprese.
Ci vorrà grande disponibilità e lungimiranza da parte delle imprese e in generale dalle associazioni datoriali (Confindustria e via elencando), ma non è così scontato che un tentativo non venga messo in atto. Intanto la Cisl fissa un paletto e lo fa senza fare alcuno sconto alla politica, a più riprese bacchettata da Maestripieri ("ma quella con la P maiuscola va rispettata, anche se ne è rimasta poca"), ed anche a se stessa.
Nella relazione, infatti, oltre alla giusta rivendicazione del ruolo esercitato e del rispetto meritato sul campo, il leader cislino parla comunque di un sindacato che deve superare certi steccati di competenza ("non dobbiamo occuparci solo di chi rappresentiamo") e porsi come partner delle istituzioni nel disegnare un percorso di sviluppo.
Uno sviluppo, è l'osservazione di Maestripieri, che non può prescindere da un rilancio della questione demografica. Genova perde abitanti e questo ne riduce sensibilmente le prospettive. La Cisl, dice il suo segretario uscente e probabilmente rientrante, su questo punto chiederà al prossimo sindaco un'azione forte e incisiva per invertire il trend.
"Bisogna restituire alle persone, in primis proprio ai giovani, delle buone ragioni per venire a Genova. Oppure per non lasciarla". Detta così potrebbe sembrare una cosa semplice. Invece è il compito maledettamente più complicato che la città ha di fronte. In tutte le sue declinazioni.
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Genova e le sfide della Cisl nel nome del rilancio demografico
Al congresso metropolitano il sindacato non fa sconti
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