cronaca

Fano (Faisa-Cisal): "Un terzo del servizio garantito con gli straordinari"
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 Se Amt Genova si regge ancora in piedi per garantire un minimo di servizio è grazie agli straordinari. Perché nel parco autisti, ad oggi pari a circa 1.400 unità, il buco è già di 150 persone. A maggio, quando arriveranno i soldi del ‘fondino’ e altri 50 potranno andare in pensione, diventerà una voragine: 200 autisti mancheranno all’appello. Le assunzioni? In ritardo e comunque limitate nel tempo. È anche per questo che i bus si fermeranno ancora, in un nuovo sciopero il prossimo 4 aprile.

“Capiamo che i cittadini siano arrabbiati – spiega Edgardo Fano di Faisa-Cisal – ma se non facciamo qualcosa ora, lo saranno ancora di più in futuro”. I sindacati hanno intenzione di andare fino in fondo per “dal Comune non arriva ancora nessuna risposta” e all’orizzonte non si vede nulla di buono. Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Trasporti e Faisa-Cisal: tutti fermi, dalle 9 alle 17, e la città vivrà un’altra giornata senza trasporto pubblico.

“Siamo nell’ordine di una corsa su tre”, ammette Fano. Un terzo del servizio, cioè, è garantito attraverso il sistematico ricorso agli straordinari. “I colleghi da due anni non fanno ferie. È una situazione kafkiana. Nessuno riesce a prendersi una giornata per la propria vita quotidiana”. Le assunzioni ci sarebbero: un centinaio scarso di giovani con un contratto di apprendistato valido solo due anni. La selezione è in corso. I sindacati spingono perché diventino a tempo indeterminato, ma di mezzo c’è un cavillo uscito dalla riforma Madia con seguente rimbalzo di competenze tra Stato, Regione e Comune. “Così facendo l’azienda ci rimette perché non può godere degli sgravi contributivi”, spiega Fano.

Così sarà ancora sciopero. Prima otto, poi quasi certamente 24 ore. Previsto inizialmente per il 14 marzo, la Commissione di garanzia lo ha spostato al 4 aprile perché lo ha ritenuto troppo vicino a quello dell’8 marzo che coinvolgeva il trasporto ferroviario. In ballo ci sono poi le incertezze legate alla gara di bacino, che si farà nel 2018. “Ma nessuno sa come ci arriveremo”, ripetono alla nausea i sindacati. E ancora, le esternalizzazioni di migliaia e migliaia di chilometri senza garanzie occupazionali e la sicurezza a bordo dei mezzi. Il 2017 bollente del trasporto pubblico è solo cominciato.