cronaca

Ucciso da un'ecuadoriano ubriaco e drogato alla guida
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 Si sono dati appuntamento in via Canepari, nel quartiere genovese di Certosa. Qui, alla vicina fermata dell'autobus, un anno fa moriva Giuseppe Buttaro, 59 anni, ex brigadiere della Guardia di Finanza. Travolto da un'auto impazzita mentre raggiungeva i suoi nipotini. In sua memoria i suoi familiari hanno organizzato una fiaccolata, pacifica e apolitica. Per ricordarlo e per chiedere giustizia.

Alla guida di quella Fiat Stilo c'era Jorge WIlson Cevallos Valverde, un 35enne ecuadoriano. Tornava da una festa sfrenata a base di alcol e droga. Le stesse sostanze che aveva in corpo quando con la macchina piombò su quel marciapiede. Accusato di omicidio colposo, la Procura di Genova ha però accolto la richiesta di patteggiamento: in altre parole, se il giudice si esprimerà a favore il prossimo 7 febbraio, potrebbe non fare neanche un giorno di carcere.

"A un anno da quella tragedia dobbiamo fare una riflessione amara - dice Giuseppe Maria Gallo, l'avvocato che da allora segue la famiglia Buttaro - l'epilogo potrebbe essere una pena più bassa rispetto alla gravità del fatto. È un episodio inquietante". Dopo qualche settimana sarebbe entrata in vigore la legge sull'omicidio stradale. Che però non può essere retroattiva. "Ma con un po' di buona volontà si poteva comunque ragionare in altri termini", spiega il legale.

"Siamo qui anzitutto per ricordare papà. Aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso", dice Sara Buttaro. Con lei anche il fratello Matteo. "Se il giudice accoglierà la richiesta, sarà come se papà morisse una seconda volta". Ma questa, per Certosa e per tutta la città, è la serata del ricordo. Decine di persone sfilano per le vie del quartiere per tenere viva la memoria di Giuseppe e stringersi ai suoi cari. Con la speranza di non dover più piangere per morti come queste.