Dove si chiude una porta, si potrebbe apire un portone. Per Marco Doria la porta si chiama Pd, mentre il portone potrebbe essere quello di Sinistra Italiana, il gruppo parlamentare che punta a radunare l’area progressista oltre i democratici. A confermare l’ipotesi di un suo ritorno sotto insegne diverse dal Pd è Stefano Quaranta, deputato e già segretario regionale di Sel, in vista dell’incontro previsto giovedì con Giuliano Pisapia, ex sindaco di Milano. “Il punto di svolta è stato il referendum”, dice a Primocanale nel corso dell’intervista col direttore Giuseppe Sciortino. Quel ‘no’ a Renzi Doria lo aveva detto quasi a tradimento, dopo la firma del ‘Patto per Genova’, una rottura che il Pd genovese non può ignorare dovendo cercare un nome unificante e non divisore. Rottura che invece apre al dialogo con Sinistra italiana, una formazione che – continua Quaranta – nascerà per “dare rappresentanza politica” alla sinistra “non organizzata nei partiti” che si è schierata contro Renzi.
Non è detto che Doria voglia candidarsi in prima persona. Molti elementi fanno supporre che agirà dietro le quinte. Soprattutto, “Marco Doria considera finita questa fase di cui è stato protagonista, ma vuole essere a pieno titolo protagonista anche della prossima”. A decidere saranno “sindacati e associazioni: da loro arriverà una figura capace di guidare una coalizione”, conferma Quaranta.
E così, mentre il Pd genovese è ancora a caccia del deus ex machina che permetta di scavalcare agevolmente le primarie, il professor Doria pare intenzionato a rimandare ancora la comodità della cattedra per lanciarsi in una nuova avventura politica. Se però fosse realistico quanto emerge dalla domanda su Primocanale.it, riconquistarsi la fiducia della gente sarà un’impresa titanica: oltre il 90% dei votanti considera l’operato della sua giunta negativo o scarso. In bocca al lupo.
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