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Protesta in Comune: "Tragedia annunciata". In cattedrale canti etnici
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"Cari amici, venite da lontano, avete lasciato le vostre terre per cercare un domani migliore, a volte alcuni di voi spinti da circostanze di violenza, di povertà economica, di guerra". Così l'arcivescovo Angelo Bagnasco si è rivolto ai membri delle comunità cattoliche straniere, ai migranti ed ai richiedenti asilo durante la Messa celebrata nella cattedrale di San Lorenzo per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato.

Tante le lingue e tanti gli strumenti utilizzati per i canti risuonati sotto le navate della cattedrale: chitarre, tamburi, tastiere, organo e battiti di mani. Le preghiere dei fedeli sono state eseguite in varie lingue. Mons. Giacomo Martino, dell'Ufficio Migrantes della diocesi ha detto: "Siamo stanchi del pregiudizio, dell'ingigantimento del fenomeno, di essere pensati diversi. Siamo oppressi da dichiarazioni spesso xenofobe". Poi Bagnasco ha detto ai migranti: "contagiateci con la vostra fede". Dopo la celebrazione festa davanti alla cattedrale: canti, danze, panettone e brindisi.

 "Come chiesa cerchiamo di esservi vicini, come meglio possiamo. Cerchiamo di offrirvi, non solo primi momenti di accoglienza e di ristoro, e in modo particolare per i rifugiati, ma anche dei percorsi di integrazione, nel reciproco rispetto delle tradizioni e culture, unendo le forze al fine di assicurare a tutti il bene della sicurezza che è condizione di pace e di benessere", ha detto Bagnasco nell'omelia. 

Nel frattempo, a Ventimiglia, candele e lumini davanti all'ingresso del Comune
in segno di protesta contro l'assenza di amministratori pubblici sono stati posizionati a margine di una preghiera organizzata da un gruppo di cittadini per Luciano Guglielmi, 66 anni, l'ex macchinista delle ferrovie in coma dopo un incidente stradale in cui con lo scooter ha investito e ucciso Mohamed Hani, 26 anni, migrante libico con passaporto siriano.

Quest'ultimo era appena sbucato sulla strada da una apertura nella ringhiera che divide la strada privata che porta al centro di accoglienza del Parco Roja dalla superstrada di Bevera. Dopo un "Padre Nostro" alcuni partecipanti si sono recati all'ingresso del Comune per posizionare i lumini: "Ci siamo riuniti in questo brutto momento - spiega Marco Delsignore, uno degli organizzatori - per stare vicino alla famiglia Guglielmi, colpita da una disgrazia che poteva capitare a ognuno di noi. Una tragedia annunciata visto che più volte abbiamo segnalato la presenza di migranti in mezzo alla strada in zone poco illuminate della periferia".

Nessuno degli amministratori era stato formalmente avvisato, così come non era stata data comunicazione dell'evento neppure alla polizia. Due agenti del locale commissariato, infatti, si sono fermati per un controllo, allontanandosi soltanto dopo aver appurato che si trattava di un pacifico momento di preghiera.